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Iscro, CNA Professioni al ministero del Lavoro

Professionisti: un'esercito alla prova del mercato, nel dopo-emergenza

Professionisti: un'esercito alla prova del mercato, nel dopo-emergenza

CNA Professioni ha partecipato alla riunione presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per valutare l’impatto della disciplina Iscro (Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa) a fronte della scadenza dei tre anni di sperimentazione previsti.

L’Iscro, ammortizzatore sociale per i lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata Inps, è stato inserito nella Legge di Bilancio 2020 e istituito in via sperimentale per il triennio 2021-2023, in favore dei soggetti iscritti alla gestione separata che esercitano per professione abituale attività di lavoro autonomo.

Per il ministero del Lavoro erano presenti al tavolo il capo di gabinetto, Mauro Nori; il segretario generale, Concetta Ferrari; il vice capo di gabinetto, Luca Sabatini.

Per CNA hanno partecipato Cristiana Alderighi, coordinatrice CNA Professioni, e Antonio Licchetta, responsabile Politiche sociali e Previdenza CNA Nazionale.

Il provvedimento ribadisce l’affermazione di un principio fondamentale: il lavoro deve essere tutelato indipendentemente dalla forma in cui viene svolto. È questa, secondo i rappresentanti CNA intervenuti al tavolo, la grande portata storica della misura. “Auspichiamo pertanto che, dopo il periodo sperimentale, si possa arrivare con la prossima Legge di Bilancio a rendere strutturale tale strumento per lavorare poi ad un suo miglioramento – hanno sottolineato Alderighi e Licchetta – Con l’introduzione dell’Iscro si è compiuto un importante passo in avanti anche se, purtroppo, appare ancora insufficiente per garantire ai professionisti un valido sostegno al reddito e un supporto concreto a rimanere attivi sul mercato, in caso di necessità.  La misura presenta, infatti, molti difetti a partire dalla farraginosità amministrativa prevista per il suo ottenimento per passare poi ai percorsi di politiche attive e di investimento in formazione. Ma il primo passo – concludono – deve essere la conferma dello strumento, non possiamo tornare indietro”.

 

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