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La protesta degli autotrasportatori CNA FITA

“Servono soluzioni che non penalizzino gli autotrasportatori ora costretti a percorsi alternativi che aumentano tempi di percorrenza e costi”

L’ipotesi di riapertura del viadotto Puleto sulla E45 tra Romagna e Toscana al traffico leggero sarebbe una scelta che farebbe ricadere il danno solo sulle spalle degli autotrasportatori. Lo dichiara il Presidente regionale CNA Fita  Giuseppe Brasini, manifestando forte preoccupazione: “La soluzione di riaprire il viadotto Puleto solo per il traffico leggero significherebbe non risolvere le criticità per una categoria che vive sulla strada e che sarebbe l’unica a farne le spese. Prima di prendere decisioni è necessario un confronto per trovare soluzioni che non penalizzino il trasporto merci costringendolo a percorsi alternativi che aumentano i tempi di percorrenza e di conseguenza i costi”.

“Il collasso del viadotto a fronte di un’assoluta mancanza di alternative è drammatico – continua Brasini – poiché  produce  ingenti danni in termini di tempi e costi per le imprese di autotrasporto che si vedono costrette, allo stato attuale, a percorrere direttrici come per esempio l’A1 fino a Bologna ritornando poi verso Fano sulla A14. L’altra possibile alternativa è infatti il passo dei Mandrioli, in inverno problematico  a causa di neve o ghiaccio. Per questo il ripristino tempestivo della vecchia Tiberina 3bis, chiusa da anni a causa di frane, è fondamentale: è una strada necessaria come alternativa alla E45. Ma nel frattempo? – si chiede – sembra che al tavolo istituzionale nessuno si sia posto il problema. E stiamo parlando di un settore che nella sola Toscana conta 7.517 imprese, con circa 19.000 addetti”.

“Quanto accaduto – commenta il Presidente CNA Fita  Toscana – riporta al centro della discussione il tema delle infrastrutture, quale elemento indispensabile per la crescita e lo sviluppo del territorio; purtroppo ancora una volta emerge lo stato di carenza anche nella nostra regione”.

 

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