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L’UE elimina carne e vino dalla lista degli alimenti ritenuti dannosi per la salute.

Scampato pericolo per due prodotti chiave dell’agroalimentare italiano: il vino e la carne che hanno rischiato di essere estromessi dall’elenco dei prodotti che Bruxelles sostiene ogni anno con risorse destinate alla promozione sui mercati esteri. Ma il pericolo fortunatamente è stato evitato come annunciato dallo stesso ministro dell’Agricoltura e Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida.

Il rischio evitato
A fine ottobre, infatti, era emerso che Bruxelles aveva inserito tra i criteri che guideranno le future azioni promozionali requisiti stringenti per alcune categorie di prodotti quali la carne rossa e i suoi derivati, il vino e gli alcolici. E questo soprattutto a causa delle campagne condotte in primo luogo dall’Oms nei confronti di alcuni prodotti alimentari il cui consumo eccessivo è considerato dannoso per la salute con in prima fila carne bovina e vino.

Rischiavano di uscirne pesantemente penalizzati numerosi operatori del settore DOP e IGP, per i quali le campagne promozionali rappresentano uno strumento vitale per creare nuove opportunità di mercato e fornire un sostegno al consolidamento delle imprese già esistenti. Notevole danno che si ripercuoterebbe sull’immagine dell’Italia e dei suoi prodotti, nonché sull’apporto economico della filiera di qualità italiana.

Va ricordato che la zootecnia legata alla carne bovina registra un fatturato in Italia di circa 10 miliardi di euro ai quali vanno aggiunti i circa 16 del vino made in Italy. Settori beneficiari netti ogni anno di importanti risorse Ue per la promozione. Il solo vino ha a disposizione grazie alla propria Organizzazione comune di mercato oltre 100 milioni di euro l’anno per cofinanziare (al 50%) progetti promozionali all’estero.

Come CNA Agroalimentare siamo particolarmente lieti del risultato ottenuto. Sono anni che tra OMS e UE si alternano gli allarmi verso le nostre produzioni di eccellenza sui possibili danni per la salute, omologando metodi e modi a prescindere dalle politiche di educazione alimentare adottate dai singoli Paesi come quelle adottate da sempre dal nostro Paese.

 

 

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