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Quanto conta il genere?

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In Italia la condizione della donna nel mondo del lavoro è penalizzata dalla difficile conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Nel nostro Paese è occupata solo una donna su due fra i 15 e i 64 anni, contro il 60,4% della media Ue (dati Istat). E se prima della pandemia già il 27% delle donne madri abbandonava il lavoro alla nascita del figlio, con l’emergenza il dato è salito al 38%. Se poi il bambino ha meno di 5 anni, la percentuale schizza addirittura al 43%.

L’indagine del CNEL

Per raccogliere informazioni sulla condizione della donna in Italia il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) ha promosso una consultazione pubblica sulla parità di genere, che CNA si impegna a diffondere tra i propri associati in collaborazione con CNA Impresa Donna. L’indagine è realizzata in collaborazione con i ministeri del Lavoro e delle politiche sociali, dell’Istruzione e dell’Università e della Ricerca. L’indagine nasce su proposta del Forum italiano sulla parità di genere istituito al CNEL.

Le iniziative del CNEL sulla parità di genere

Il CNEL, nel cui consiglio CNA e le associazioni di categoria hanno un rappresentante, ha contribuito all’elaborazione di importanti provvedimenti normativi di genere degli ultimi cinquant’anni. Tra questi, la “Disciplina legislativa del divieto di licenziamento delle lavoratrici a causa di matrimonio” (1962); quello sulla maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro, dal divieto di licenziamento causa matrimonio del (1963); la legge Golfo-Mosca sull’equilibrio di genere nei Consigli di amministrazione (2011). Tra i dossier, il Rapporto sui percorsi professionali delle donne (1992). Nel 2019 il CNEL ha presentato il disegno su “Modifiche all’articolo 46 del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, in materia di rapporto sulla situazione del personale”.

Per rispondere all’indagine clicca qui.

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