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Sos mascherine per le imprese in prima linea

Sos mascherine per le imprese in prima linea

La CNA della provincia marchigiana più interessata dalla pandemia, quella di Pesaro e Urbino, teme l’imminente chiusura delle imprese che si occupano di vendita di generi alimentari e prima necessità a causa della scarsità – e a tratti assenza – di mascherine. Scrive allora alla Giunta regionale e alla Protezione Civile e lancia l’allarme.

E’ fuori da qualsiasi ragionevole dubbio che la priorità dei dispositivi igienico-sanitari debba assolutamente andare al personale medico e paramedico di ospedali e presidi sanitari impegnati nella lotta al Coronavirus, ma di questo passo le imprese impegnate nella produzione, lavorazione e distribuzione dei generi di prima necessità resteranno a secco. E inevitabilmente si vedranno costrette a chiudere – nonostante il decreto non le obblighi a farlo. Lo stesso vale per i supermercati, per chi produce pasta fresca e surgelata, per i fornai, le gastronomie, impegnate nelle forniture alla grande distribuzione, ed ancora, anche per il settore dei servizi (quelli ovviamente autorizzati per decreto a proseguire la propria attività).

Per evidenti ragioni di normale igiene sanitaria ma per impedire – soprattutto in questo particolare momento di emergenza – contaminazioni di qualsiasi tipo, tali dispositivi di protezione sono assolutamente necessari per il personale delle imprese associate.

Attraverso questo appello, che ci auguriamo produca effetti rapidi ed efficaci, CNA Pesaro e Urbino chiede alla Protezione Civile delle Marche la possibilità di poter avere nei tempi più rapidi possibili la fornitura di mascherine da destinare a questo tipo di attività.

Ben lontani dai tempi in cui la privazione di cibo era la normalità, e consapevolmente preoccupati da questo virus che giorno dopo giorno ha contagiato tutto il mondo, sarebbe opportuno non consentire a nessuna ulteriore psicosi alimentata dall’oggettiva possibilità di restare senza beni di prima necessità di attaccare il nostro vivere. Restiamo a casa e permettiamoci una quotidianità in cui fare una torta è ancora normale.

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