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Sostanze nocive nell’abbigliamento sportivo outdoor. CNA rilancia la moda naturale

Nei giorni scorsi è stato presentato uno studio di Greenpeace, rimbalzato poi sulle principali testate giornalistiche nazionali, in cui si spiegava come – dati alla mano – certe sostanze chimiche pericolose e persistenti, usate anche nella produzione di abbigliamento outdoor, lascino tracce nei luoghi più remoti e apparentemente incontaminati del globo.

La notizia riguarda i marchigiani nello specifico, perché le concentrazioni maggiori sono state trovate proprio nel lago di Pilato, sui Monti Sibillini!

Le sostanze chimiche cui si fa riferimento sono i PFC, composti poli e per-florurati impiegati in numerosi processi industriali, per la produzione di beni di consumo e nello specifico il settore dell’abbigliamento outdoor li usa nelimpermeabilizzanti e antimacchia. Una volta rilasciati nell’ambiente si degradano molto lentamente, restando nella forma originaria per diversi anni e disperdendosi così su tutto il globo. Alcuni PFC possono addirittura causare danni al sistema riproduttivo e ormonale, favorire la crescita di cellule tumorali e sono sospetti agenti mutageni.

“Questa notizia – commenta Emanuela Pulcinelli, presidente Cna Federmoda Ancona – riporta alla ribalta una questione che noi di Cna abbiamo posto da anni, ovvero la salubrità di ciò che indossiamo. Prima il caso dei coloranti chimici che provocano allergie, dermatiti e nei casi più gravi tumori alla pelle, come ci aveva confermato l’Associazione Italiana dei Dermatologi. Poi la merce  che arriva dalla Cina nei cui tessuti sono presenti muffe e funghi. Ora la questione dei PFC! I consumatori devono essere consapevoli che nell’abbigliamento, proprio come nell’alimentazione, si possono nascondere pericoli, per noi e per l’ambiente che ci circonda, e che occorre fare attenzione a ciò che ci mettiamo addosso”.

“Per questo motivo – aggiunge Lucia Trenta – responsabile provinciale Cna Federmoda Ancona – la Cna di Ancona è tra i soci fondatori del consorzio Arianne, che si occupa dal 2001 di moda naturale e sostenibile, favorendo la promozione della filiera tessile naturale, dalla fibra animale o vegetale al capo finito. Con Arianne abbiamo realizzato negli anni scorsi ben 8 delle 10 edizioni di Mille Giovani, il nostro concorso per le scuole di moda, e da quest’anno Cna e Arianne hanno lanciato un progetto di rete dei colori naturali, di cui fanno parte primarie imprese della regione, con l’obiettivo di produrre capi di moda utilizzando le tinture naturali estratte da piante tintoree, i cui pigmenti non sono certo dannosi!”

 

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