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Spesa e alimentari, è sempre più povero il carrello dei fanesi

L’analisi della CNA sui consumi con i dati dell’Osservatorio sulla distribuzione .

Scende la spesa nei super e ipermercati del fanese. Una lenta ma costante decrescita dei consumi che negli ultimi anni ha portato il settore a registrare una forte contrazione degli incassi. I dati sono ufficiali e sono dell’Osservatorio sulla distribuzione. Dall’analisi risulta che sono stati 169,449 i milioni di euro spesi per la cosiddetta spesa settore nel territorio comunale nel 2017 contro i 177,820 del 2016 con una flessione di oltre 8 milioni di euro.

I dati, raccolti da CNA AgroAlimentare di Pesaro e Urbino e CNA di Fano, confermano il trend degli ultimi dieci anni nel comprensorio della città della Fortuna e indicano chiaramente un divario con la città capoluogo dove i consumi, invece, tendono a salire. Scendendo nel dettaglio i dati riguardano ben 57 tra market e supermercati con una superficie di vendita che va dai 150 ai 1.500 metri quadri per un totale di 26.500 metri quadri (solo Auchan ne conta 5mila). Una realtà che conta 512 dipendenti più lavoratori stagionali e a tempo determinati (600 occupati circa in totale).

Scendendo nel dettaglio dei consumi analizzati dalla CNA è possibile dividere la spesa alimentare dei fanesi. Il 38% riguarda prodotti della gastronomia (salumi; formaggi; specialità; etc.); il 27% si indirizza verso il banco macelleria; il 21% verso la verdura e la frutta, l’14% verso i prodotti del fresco. Completa la spesa dei fanesi nei supermercati la scelta verso i prodotti della casa e della cura del corpo (15% sul totale della spesa).

Insomma quella del fanese è una realtà costituita essenzialmente da piccola-media distribuzione che però già ora è insediata fortemente dalla grande distribuzione e che potrà essere messa in ulteriore difficoltà dalla nascita della futura area vendita della Coop che raddoppierà la sua attuale superficie.

Ma se questo è un aspetto che pure preoccupa molti degli associati alla CNA, quello che invece spaventa di più è la contrazione dei consumi conseguente all’impoverimento dei fanesi. Come già una precedente ricerca del Centro Studi della CNA aveva evidenziato infatti che la spesa media delle famiglie in alcuni negozi-centri commerciali a Fano era pari ad uno scontrino di 14 euro; mentre a Pesaro è di 21 euro e a Senigallia è di 17 euro.

“Purtroppo – dice il responsabile della CNA di Fano, Fausto Baldarelli – i dati non sono cambiati di molto rispetto alle nostre ultime analisi e denunciano uno stato di sofferenza dell’intero territorio. Se prendiamo poi quelli relativi all’estate notiamo come la maggiore contrazione dei consumi si concentri nei quattro mesi estivi”.

Secondo la riflessione di Baldarelli “tutto ciò è dovuto al calo di presenze turistiche che però a Fano segna una sorta di mutamento storico. Chi non ricorda infatti i tanti turisti provenienti dall’Umbria. Si trattava in gran parte di un movimento “pendolare” che raggiungeva abitualmente la costa fanese; soprattutto durante i week-end. Ebbene, in questi ultimi anni, con la realizzazione della Quadrilatero, gran parte di questo turismo si è spostato nel sud delle Marche favorendo le località turistiche più a sud (Civitanova; Grottamare; Porto Sant’Elpidio; Porto Recanati; San Benedetto; et.). Gli umbri hanno trovato con queste nuove infrastrutture realizzate un modo molto più veloce e, a volte anche più economico, per raggiungere la costa e il mare”.

Anche per questo sta cambiando un modello turistico che fino ad ora rappresentava una risorsa ed un punto di riferimento. “Questi dati – conclude Baldarelli – ci devono aiutare a riflettere e a trovare spunti e progetti per rilanciare l’economia. Invitiamo per questo l’Amministrazione comunale ad un incontro che sia utile a individuare analisi e strategie per aiutare l’intero territorio a tornare a crescere”.   

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