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Sulle concessioni balneari dalla Sicilia una via per l’Italia

Balneari

CNA Balneari: “Necessario salvaguardare un modello di successo dell’offerta turistica”

“Il traguardo della proroga delle concessioni fino al 2033 è stato tagliato con merito e fatica – ha affermato Cristiano Tomei durante l’assemblea di CNA Balneari, tenutasi a Palermo. “Ma si tratta di un punto di partenza, non di arrivo. Lo slittamento della scadenza non scatterà attraverso il semplice esercizio dell’automatismo – ha evidenziato Tomei – questo dovrà essere chiaro a tutti. Sarà necessario quindi possedere i requisiti, sia quelli soggettivi che oggettivi, per beneficiare del provvedimento. E tutto questo significa doversi presentare con le carte in regola, con un percorso corretto per garantirsi la continuità aziendale e il legittimo affidamento dell’area demaniale. Quanto prodotto legislativamente in Sicilia è un esempio importante in chiave italiana anche dopo il 2033”.

L’intero comparto siciliano, che conta 3mila imprese, è in attesa di conoscere modalità e contenuti rispetto alla legge approvata recentemente dall’Ars che ha stabilito l’estensione delle concessioni demaniali marittime per 15 anni.  Infatti, il 12 dicembre scorso, l’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato la legge di recepimento, già vigente a livello nazionale, ed è previsto un decreto attuativo che stabilirà i criteri a cui i concessionari dovranno rispondere per poter avvalersi della proroga della concessione. Proprio su questo punto, l’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Toto Cordaro, ha assunto l’impegno, di fronte agli operatori del settore, che i tempi del decreto saranno rispettati, dopo un opportuno passaggio nella competente commissione.

“Stare insieme, uniti, per una battaglia di interesse collettivo e per affermare il valore e la forza delle imprese balneari – ha sottolineato il coordinatore regionale di CNA Balneari, Gianpaolo Miceli – ci ha premiati. L’economia e l’occupazione, generate dalle dinamiche del turismo balneare producono un fattore che non può essere lasciato in balia dell’incertezza. Ecco perché ci siamo battuti per rimuovere questo dannoso limite temporale fissato per il 2020, consapevoli che da qui ai prossimi 15 anni, dati alla mano, in un quadro di stabilità sono previsti interventi a Siracusa per 50 milioni di euro”.

 

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