“O insieme si vince la sfida della competitività o si rischia di fallire come sistema paese”. E’ in estrema sintesi il contenuto del documento presentato da Rete Imprese Italia in occasione dell’Audizione in X Commissione della Camera dei Deputati, relativo alla Risoluzione sui contratti di rete.

Le reti di imprese assumono un ruolo strategico e innovativo, uno strumento utile alla competitività delle stesse che, pur essendo autonome, si organizzano così per un obiettivo comune: innovare il proprio modello di business, acquisire nuovi mercati, rispondere a nuovi bisogni, condividere informazioni e/o funzioni strategiche, commesse, clienti e fornitori, ecc.

“Rispetto ad altri strumenti aggregativi (societari o consortili), il contratto di rete si contraddistingue per un’elevata flessibilità, e questo rappresenta un valore da preservare – si legge nel documento -. Ad oggi i dati ufficiali parlano di 2.012 contratti di rete e un coinvolgimento di oltre 10.000 imprese, un risultato importante che però – si sottolinea – rispetto al totale delle imprese esistenti, non supera lo 0,2%”. 

“Dai dati di Unioncamere emerge chiaramente che le imprese maggiormente coinvolte sono quelle più strutturate e la forma prevalente di rete è quella verticale, con un capofila di medie o grandi dimensione. Ma sono proprio le micro e piccole imprese che ne avrebbero un bisogno e un’utilità maggiore – si legge ancora nel documento -. Per queste imprese l’unica rete possibile è quella orizzontale, dove c’è un’autorganizzazione e identico potere decisionale. In questi casi i processi di aggregazione non sono veloci e scontati. E’ indispensabile un’attività di coaching e affiancamento che, le scriventi organizzazioni stanno da tempo portando avanti autonomament”e. 

“È opportuno che gli incentivi concessi alle reti di imprese siano rilevanti, prima di tutto, in termini amministrativi e burocratici – dicono le associazioni -. Servono meccanismi procedurali semplificati in termini gestionali, contabili e fiscali, di opportunità che tendano a consolidare a favore delle reti alcuni istituti giuridici come è avvenuto nel caso del “distacco del lavoratore” nelle reti di imprese”. 

“E’ necessario indirizzare le imprese verso processi di aggregazione – sottolinea a gran voce Rete Imprese Italia – ma con strumenti differenziati in base alla dimensione imprenditoriale, tra micro, piccola, media e grande impresa. Non una contrapposizione, ma soluzioni diverse a problemi diversi”.