Le imprese artigiane finalmente mostrano il primo consistente saldo attivo dal 2008. L’anno scorso, secondo i dati Unioncamere, il saldo tra iscrizioni e cessazioni è stato positivo e pari a 4.419 unità. È quanto rileva CNA in un comunicato.

Si tratta di un dato consistente in un anno difficile, contrassegnato da un peggioramento dello scenario geopolitico internazionale e dal permanere di una forte incertezza dell’economia.

Considerato che l’anno scorso il numero complessivo delle imprese italiane è aumentato di 42.039 unità, secondo i dati di Unioncamere, il contributo dell’artigianato è stato rilevante: su un incremento di 100 imprese quasi undici sono artigiane.

L’andamento dell’artigianato tuttavia mostra luci e ombre in termini di dinamiche settoriali. Trend molto positivo per le costruzioni (+6.739 imprese), che hanno potuto godere ancora della spinta della domanda alimentata dai bonus per l’edilizia, i servizi per la persona (+2.152 imprese) e i servizi per gli edifici e il paesaggio (+1.042), ambito all’interno del quale sono comprese le imprese di pulizia.

I settori che hanno accusato una diminuzione del numero delle imprese artigiane sono invece la manifattura (-3.362 imprese), il commercio (-1.311 imprese) e il trasporto/magazzinaggio (-844 imprese). Per quanto riguarda la manifattura il dato riguardante l’artigianato desta più di una preoccupazione: se da un lato infatti la diminuzione ha riguardato pressoché tutti gli ambiti settoriali (l’unico a essere in netta controtendenza è il comparto delle riparazioni e della manutenzione di macchinari, +493 imprese); dall’altro essa va in controtendenza rispetto alla dinamica delle imprese non artigiane il cui numero è invece aumentato lievemente (+400 imprese).

Questa fotografia, conclude la CNA, evidenzia l’esigenza di aggiornare la legge quadro sull’artigianato per favorire la crescita di un settore fondamentale del Made in Italy e dell’economia nel complesso.