LA RIPRESA DELLE IMPRESE MANIFATTURIERE ALLA PROVA DEI RINCARI DELLE MATERIE PRIME

  • Data di pubblicazione: Giugno 2021
  • Autori:  Centro Studi , CNA Produzione
  • Area Tematica:  Settori d'Impresa
  • Tipologia:  Indagini monografiche
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È un dato noto: il recupero dell’attività economica iniziato nei mesi successivi al lockdown nazionale del 2020 è stato accompagnato da un rincaro generalizzato dei prezzi delle materie prime e dei semilavorati utilizzati nei processi produttivi di diverse filiere. Inizialmente i rincari sono stati segnalati soprattutto nel settore dell’edilizia nel quale l’attività produttiva sta vivendo una fase di forte ripresa assecondata in buona parte dalle misure agevolative varate dal Legislatore (bonus 90% e bonus 110%).

Per avere un quadro completo delle tendenze in atto e delle difficoltà riscontrate dal sistema produttivo a causa delle spinte inflazionistiche in atto, la CNA ha realizzato una indagine, riguardante gli aumenti dei prezzi delle materie prime e dei semilavorati, rivolta però ai comparti manifatturieri.

Su un insieme di ben 28 materie prime/beni semilavorati nei primi cinque mesi 2021 sono stati registrati incrementi di prezzo, rispetto alla media 2019, che vanno dall’11,0% delle ceramiche al 50,2% del ferro.

La ampiezza degli aumenti rischia di rendere insostenibili i preventivi proposti dalle imprese prima dei rincari e accettati dalla clientela. Nel complesso del campione, infatti, il 67,8% delle imprese ha cercato di difendersi dai rincari rinegoziando i prezzi applicati alla clientela.  Un’altra contromisura, adottata dal 33,7% delle imprese, è la ricerca di nuovi fornitori per ottenere prezzi più vantaggiosi. Questa strategia è stata utilizzata maggiormente soprattutto tra le imprese dei settori dell’elettronica (40,0%) e della meccanica/automotive (36,8%).

I rincari rischiano di mettere in ginocchio il sistema delle imprese. Nonostante i tentativi di negoziare con i clienti, infatti, più di una impresa su due (il 55%) subirà riduzione dei margini di profitto data l’impossibilità di adeguare i prezzi finali applicati alla clientela rispetto alle condizioni pattuite al momento dell’approvazione dei preventivi.

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