CNA: l’invasione dell’Ucraina mette a rischio diverse nostre produzioni

La guerra tra Russia e Ucraina sta gettando benzina sul fuoco della fiammata dei prezzi di energia e materie prime. E mette a rischio anche settori del Made in Italy agroalimentare. L’invasione dell’Ucraina, in particolare, incide pesantemente sui rapporti dell’Italia con Kiev creando ulteriore incertezza nel nostro settore agroalimentare. A lanciare l’allarme CNA Agroalimentare.

Limitatamente a questo comparto, l’Italia si posiziona al decimo posto tra i clienti dell’Ucraina: nel 2020 (l’anno al quale risalgono i dati ufficiali più aggiornati) il nostro Paese ha comprato merci per l’equivalente di 496 milioni di euro pari al 3% dell’export agroalimentare totale di Kiev, con una flessione del 19% sul 2019.  Sempre nel 2020, l’Italia invece è risultata il secondo fornitore europeo di prodotti agroalimentari all’Ucraina, dopo la Polonia, con una quota del 7% del totale pari a 415 milioni di euro.
L’Italia acquista dall’Ucraina soprattutto olii grezzi di girasole, mais e frumento tenero. Relativamente al mais, è da segnalare che l’Ucraina è il nostro secondo fornitore dopo l’Ungheria, con una quota di poco superiore al 20% sia in volume che in valore. Una situazione, questa, che suscita grande preoccupazione in Italia vista la consistente riduzione della produzione interna di mais (-30% negli ultimi dieci anni) e la ormai strutturale dipendenza degli allevamenti dal prodotto di provenienza estera: il tasso di autoapprovvigionamento italiano, infatti, è pari al 53% contro il 79% del 2011. Va sottolineato inoltre come, nei primi dieci mesi del 2021, le importazioni complessive italiane di mais si siano ridotte in volume del 13% sullo stesso periodo dell’anno precedente, scendendo a circa quattro milioni di tonnellate, con una flessione di 466mila tonnellate, pari al 15%, per quello di provenienza ucraina.
Più marginale il ruolo dell’Ucraina per il frumento tenero, altro prodotto per il quale l’Italia è fortemente deficitaria: Kiev si configura come il sesto fornitore del nostro Paese con una quota pari al 5% in volume e in valore dell’import totale nazionale. Tra gennaio e ottobre 2021, anche le importazioni complessive nazionali di frumento tenero si sono ridotte del 4% circa su base annua (scendendo a 3,6 milioni di tonnellate) ma le richieste dall’Ucraina si sono addirittura più che dimezzate, calando a 107 mila tonnellate.