Investire sulla salute sfruttando al meglio la grande opportunità delle riforme e gli investimenti previsti nel Pnrr e rivalutare le pensioni minime per permettere ai pensionati di uscire dal periodo nero vissuto a causa del Covid. Lo chiede Giovanni Giungi, rieletto ieri presidente nel corso della parte privata dell’Assemblea della CNA Pensionati e oggi protagonista della parte pubblica dell’Assemblea stessa. L’Assise, celebrata con una due giorni a Roma, ha ritrovato la pienezza assembleare in presenza dei pensionati grazie a rigidi controlli e green pass.

‘Il nostro passato, un grande futuro. Ripartire insieme’, esortava il titolo dell’Assemblea che, con CNA Pensionati, rappresenta 230mila associati. “I pensionati chiedono di essere ascoltati”, ha sottolineato Giungi, 72enne di Rimini, una vita come imprenditore nel settore della meccanica. “Lottiamo per avere un interessamento più qualificato sulla salute da parte del governo. Abbiamo passato degli anni brutti- ha aggiunto – ma vogliamo che in futuro la salute sia messa su un gradino più alto di quello che è oggi. Da cittadini – pensionati, poi, vogliamo essere tutelati per quanto riguarda l’aspetto economico: non abbiamo mai chiesto un euro in più ma oggi, tra il caro bollette e l’aumento del costo della vita, alziamo la voce e chiediamo ad esempio l’aumento della no tax area per tutte le pensioni medio basse da inserire nella riforma fiscale”. E allora cosa può fare il governo con le risorse del Pnrr? “Vorremmo che la nostra pensione minima, che attualmente è di 502 euro, fosse rivalutata come in tutti i Paesi europei, portandola a 680 euro. D’altronde – osserva ancora- la nostra popolazione anziana, che ha passato un periodo nero negli ultimi due anni, di qui al 2050 crescerà a dismisura. Abbiamo bisogno di tutelare gli anziani, perché se essi avranno una vita più lunga da vivere, ma non avranno i mezzi per potersi sostenere, sarà un disastro”.

Dal canto suo la presidente della commissione Igiene e Sanità del Senato, Annamaria Parente, collegata con la platea, ha lanciato un appello: “Occorre dar vita ad una grande alleanza nel paese fra istituzioni e cittadini e rappresentanze come CNA Pensionati. Non c’è nessuna riforma che si possa fare senza le persone e chi le rappresenta: dobbiamo avere una visione del futuro della salute, della sanità e trovare il modo per colmare il divario tra le regioni, visto che in alcuni territori non si garantisce il diritto alla salute sancito dalla costituzione”. “Siamo impegnati nella commissione che presiedo – ha aggiunto – su medicina territoriale e di prossimità. È necessario fare un salto di qualità passando dalla medicina reattiva e quella proattiva, mettendo in piedi un sistema di prevenzione enorme coinvolgendo la cittadinanza che collabora nella creazione di più alti standard della salute con stili di vita, sport, alimentazione sana”.

Daniele Vaccarino, presidente nazionale della CNA che ha concluso l’assemblea soffermandosi su un tema trasversale in CNA: il passaggio generazionale delle imprese artigiane. “Trasmettere ai giovani la passione per l’imprenditorialità, favorire la trasmissione d’impresa e salvare così tanti mestieri manuali che rischiano di scomparire con gli ultimi anziani artigiani è un tema che ci sta a cuore – ha detto – l’ artigianato, che è un elemento fondamentale per l’economia italiana, rischia di arretrare, proprio perché non riusciamo a sostituire gli anziani con i giovani”. “Come CNA nazionale, con CNA Pensionati – ha concluso – stiamo lavorando alle proposte da fare al governo per favorire, da un lato, una maggiore penetrazione del concetto di imprenditorialità tra i giovani e dall’altro la trasmissione di impresa”.

All’assemblea è intervenuto Gaetano Paolo Esposito, direttore dell’Istituto Tagliacarne che ha annunciato una ricerca che verrà effettuata con gli associati Cna basata sulla Silver economy con focus sulla sanità.

“La ricerca che andremo a fare per CNA pensionati è prima di tutto un osservatorio per capire qual è la situazione attuale in termini di salute e come questa sia percepita dagli over 65 – ha spiegato. L’analisi rileverà i fabbisogni dei pensionati in termini, ad esempio, di assistenza domiciliare o di rapporto con i medici di medicina generale. E ancora l’attitudine digitale, la mappatura dei fabbisogni di telemedicina e teleassistenza, conoscenza e gradimento dei servizi offerti da Cna.

Dal canto suo Elio Borgonovi, presidente Cergas, Centro ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale dell’Università Bocconi, ha messo in luce come in tema di sanità si debba passare a una visione diversa. “Il termine cura nel campo del sistema di tutela della salute, negli ultimi decenni è stato limitato al concetto di mi preoccupo dell’organo – ha spiegato – oggi invece, tutelare la salute vuol dire prendersi cura della persona in toto”. “In Italia, nelle situazioni acute il nostro sistema di tutela alla salute regge – ha chiarito – dove c’è debolezza, criticità è nella prevenzione e nel post cura. Oggi, visto che la speranza di vita cresce – ha concluso – dobbiamo preoccuparci di aggiungere qualità alla vita”.

Intervento centrale dell’Assemblea è stato infine quello di Cristiano Gori, coordinatore scientifico del Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza.  Un cartello fra associazioni e rappresentanze che chiede un Ddl collegato alla Legge di Bilancio che interviene sul tema prima ancora della riforma prevista dal Pnrr.

Obiettivi della Riforma saranno quelli di eliminare la frammentarietà dei servizi sui non autosufficienti divisi fra diversi soggetti come asl e comuni; avere un approccio multidimensionale alla non autosufficienza che nel corso degli ultimi 20 anni è passata da un piano fisico a uno cognitivo; aumentare i fondi per finanziare i servizi. “Chiediamo oggi – ha concluso – anche un disegno di legge per impostare la direzione che dovrà prendere la riforma sulla non autosufficienza prevedendo anche una cabina di regia unitaria fra ministero della sanità e welfare”.