“La politica dei tagli lineari che sta valutando la Giunta provinciale ci sembra poco innovativa e penalizzante per alcuni settori, in particolare quelli che incidono sul fondovalle e sui centri urbani, come l’economia, la cultura e la scuola italiana. A fronte di un bilancio 2019 che si avvicina ai 6 miliardi di euro, ma con 70 milioni di euro in meno a disposizione e un tesoretto di 400 milioni di euro da redistribuire, frutto di maggiori entrate e avanzo d’amministrazione, crediamo che un’analisi accurata sulla reale proporzione delle risorse disponibili tra i vari comparti sia necessaria prima di procedere con i tagli”. Lo afferma Claudio Corrarati, presidente della CNA-SHV, in vista dell’incontro di domani tra gli assessori provinciali e il governatore Arno Kompatscher per trovare un accordo sui tagli e sulla redistribuzione delle risorse.

“Sembra si sia aperta la caccia – prosegue Corrarati – non a orsi o lupi, bensì ai soldi. La Provincia inizia a valutare come tagliare le spese per reggere situazioni di crisi locale e nazionale. Riteniamo, però, che i tagli della spesa, più volte sollecitati da CNA-SHV e dall’intero mondo economico, necessitino metodi innovativi. Tagliare in modo lineare, cercando di scontentare un po’ tutti allo stesso modo, sembra un metodo antico. È arrivato il momento di ragionare in modo approfondito su come tagliare  le spese all’interno dell’amministrazione pubblica, cercando di dare un la logica ai tagli e tenendo presente le condizioni economiche diversificate del territorio”.

Secondo la CNA-SHV “occorre partire dall’ormai consolidato divario tra economia di valle e di fondovalle, che porta, senza tanti giri di parole, disponibilità finanziarie maggiori a favore di un gruppo linguistico rispetto all’altro. Nel fondovalle, ed in modo particolare a Bolzano, sono presenti il maggior numero di aziende e famiglie di madrelingua italiana. Tagliare in modo lineare le spese significa penalizzare molto una comunità e accontentare un po’ meno un’altra. È necessario, invece, fare una riflessione sullo sviluppo economico, culturale, sociale di questa terra,  cercare di tagliare nei settori e nelle parti di territorio ai quali è arrivato già molto e al contempo aiutare settori e aree ai quali fino ad oggi è arrivato poco. Crediamo ci debba essere una sorta di solidarietà tra comparti che, con un taglio, avrebbero la coperta più corta e quelli che, con analogo taglio lineare, rimarrebbero senza coperta. Ad esempio la cultura e la scuola italiana necessitano di più investimenti mirati per sviluppare l’apprendistato e gli imprenditori di domani. C’è necessità di attirare i giovani verso la scuola professionale, che può essere fucina per l’economia. È proprio nel fondovalle e nella città di Bolzano che sono venute meno molte aziende artigiane per mancanza di giovani che avviino nuove imprese o rilevino quelle esistenti con la successione”.

Corarrati sottolinea:  “È necessario analizzare quale sia la spesa improduttiva e quale invece quella che, pur essendo un costo, produce economia, cultura e aggregazione sociale. Quando si parla di tagli, non si dimentichi che possono incidere molto sulla strategia politica della nostra economia, che deve trovare equilibrio non in modo lineare ma mirato, sia per gli investimenti sia per i tagli. Una scelta sbagliata inciderebbe molto sull’economia dei prossimi anni. È il momento delle scelte coraggiose, senza farsi tirare dalla giacchetta da ogni lobby o da ogni forza politica: occorre decidere su quali settori è necessario investire anziché tagliare”.

 

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