Una crescita al rallentatore. Così a febbraio è andata l’occupazione tra artigiani, micro e piccole imprese. Andamento che riflette il rallentamento dell’economia italiana. Soprattutto sul fronte delle assunzioni, che innestano addirittura una drastica retromarcia, calando del 16,6% in un anno.

Lo rileva l’Osservatorio mercato del lavoro CNA, curato dal Centro studi della Confederazione, che analizza mensilmente le tendenze dell’occupazione su un campione di quasi 20mila imprese associate con circa 140mila dipendenti.

Complessivamente, a febbraio di quest’anno, l’occupazione nel campione è aumentata dello 0,6% rispetto a gennaio e del 2,7% in un anno. L’aumento tendenziale, di conseguenza, si è ridotto di oltre un punto nei confronti di febbraio 2018, quando aveva segnato il +3,9%.

Coerente con il ripiegamento dell’economia, il tonfo delle assunzioni (-16,6%), dato che impallidisce al confronto con il rimarchevole +30,7% raggiunto a febbraio 2018. Per fortuna, calano anche le cessazioni dei rapporti di lavoro, che si riducono su base annua del 25%.

Dall’analisi della tipologia contrattuale applicata ai lavoratori regolarmente assunti da artigiani, micro e piccole imprese un’altra spia negativa:  riprende a calare il tempo indeterminato. Rappresentava l’81,9% a gennaio 2016, vale oggi il 61,4, una diminuzione costante interrotta solo dalla ripresina di fine 2018. Cresce, invece, la quota delle altre tipologie contrattuali: il tempo determinato sale al 25% del totale, l’apprendistato al 10,4%, il lavoro intermittente al 3%. Segnali, da un lato, dell’incertezza che continua a dominare, anzi si acutizza, tra gli imprenditori. Dall’altro, della necessità di forme contrattuali più flessibili, che ancora permettono di assumere nonostante le evidenti problematicità nella politica e nell’economia.

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