“Da questo evento si va via sorridendo, perché si esce arricchiti. Un arricchimento che ci aiuta a comprendere meglio i problemi dei mestieri e ad affrontare la nostra battaglia quotidiana, la battaglia di noi cittadini, di noi imprenditori, dell’intera CNA, per creare una società più efficiente, basata sul confronto e sul dialogo, fondamentali per la vita democratica. Lasciatemelo dire: è stato un incontro formativo. Una bella giornata. Una giornata che ci induce all’ottimismo e l’ottimismo deve costituire la nostra strada maestra. Esattamente come settant’anni fa, quando barbieri e parrucchieri si riunirono, quando fu fondata la CNA, tra le macerie, materiali e morali, della guerra”. Così il presidente nazionale della CNA, Daniele Vaccarino, ha concluso “Raccontare il passato per costruire il futuro”, l’iniziativa della CNA Benessere e Sanità che ha celebrato il 70esimo anniversario della prima unione della Confederazione, la pietra d’angolo della CNA.

All’evento ha portato il suo saluto iniziale Sergio Silvestrini, segretario generale della CNA. “Il mio primo impegno da giovane funzionario è stato proprio nella vostra federazione”, ha ricordato Silvestrini. “Una federazione, come la CNA, nata nel ’46, l’anno in cui sono state fondate tutte le grandi associazioni di rappresentanza – ha proseguito – sull’onda di una ventata positiva, dinamica, che nell’arco di quindici, venti anni avrebbe contribuito a costruire una delle prime potenze economiche al mondo”.

“La situazione oggi è, purtroppo, diversa. La globalizzazione ha permesso a centinaia di milioni di persone di uscire dalla povertà – ha sottolineato – ma nel frattempo ha indebolito il ceto medio occidentale, creando gravi problemi di governabilità. E ha creato problemi molto gravi alla piccola impresa, come la concorrenza sleale frutto dell’abusivismo. Proprio su questo fronte apprezziamo particolarmente i politici come l’onorevole Donati, che ringraziamo, per aver presentato una proposta di legge che finalmente modifica la legge 1/90 in materia di estetica, adeguandola alle nuove esigenze delle categorie artigiane interessate. Una battaglia nella quale la CNA è in prima linea. Una battaglia, tra le tante, di cui essere orgogliosi della nostra grande famiglia, forte di oltre 700mila iscritti che danno lavoro a milioni di persone. Un aggregato enorme – ha concluso Silvestrini – che, se la classe politica lo capirà finalmente, ha potenzialità per costruire un futuro davvero migliore per il nostro Paese”.

Formazione, abusivismo, riforma della legge 1/90 sono stati i temi centrali trattati dagli oratori che si sono susseguiti, a cominciare dal contributo dall’onorevole Marco Donati, che ha illustrato la sua proposta di legge, passando per gli interventi del presidente CNA Benessere e Sanità, Antonio Stocchi, del presidente coordinamento estetica CNA, Brigida Stomaci, della presidente della Cepec (la confederazione delle associazioni di estetiste europee), Laura Grilli, e dal dirigente del ministero del Lavoro, Maurizio Drezzadore.

In conclusione, Vaccarino ha prima di tutto ricordato come i saloni di barbiere e di parrucchiere, settant’anni fa, fossero palestre di dialogo e di democrazia. Dove si parlava di pettegolezzi, di sport, soprattutto di politica. E ci si confrontava. Si dialogava. “ Viviamo un momento in cui il confronto è altissimo – ha spiegato Vaccarino – disponiamo di strumenti strepitosi rispetto al passato, però questo confronto è reale oppure ognuno dice la sua convinto di svelare la verità assoluta? Soprattutto sui social si nota scarsa attenzione alle opinioni degli altri, ma è proprio l’attenzione reciproca il sale del dialogo, che porta a conclusioni condivise, la vita della democrazia”.

Il presidente della CNA è convinto che una delle missioni principali della Confederazione sia sul piano civile. “La ripresa del confronto e del dialogo, ristabilire le regole della civile convivenza, accettando le opinioni diverse e puntando a una sintesi in grado di soddisfare le esigenze comuni devono costituire i nostri obiettivi – ha rilevato – La Cna deve contribuire a costruire le strade che ci portano al futuro. Quando combattiamo l’abusivismo non è solo per un legittimo interesse di categoria. L’abusivismo è una faccia dell’Italia che non ci piace. E’ il volto di un Paese che non rispetta le regole, che non si qualifica, che non punta alla qualità e al meglio, che scivola verso l’illegalità. La nostra società rischia la disintegrazione. Tutte le le imprese della CNA devono comprendere il loro ruolo fondamentale nell’evitarlo”.