“Apprendiamo con soddisfazione del lavoro svolto dall’onorevole Edoardo Fanucci che è riuscito a far inserire nella legge di stabilità un emendamento con cui sono stati raddoppiati i contributi per i Comuni che decidono di andare verso la fusione. Ci auguriamo che adesso gli enti locali sappiano cogliere questa nuova e interessante opportunità”. A parlare è la presidente della CNA di Pistoia, Elena Calabria, che vuol esprimere il punto di vista dell’associazione sulla questione delle fusioni, rivolgendo un plauso nei confronti  dell’emendamento che porta la firma dei Dem toscani.

“La CNA è da sempre favorevole alle fusioni fra i Comuni  – continua la presidente – e riteniamo che questa sia un’importante strada da percorrere se vogliamo che il nostro territorio, anche da un punto di vista economico, possa tornare a crescere. E’ solo attraverso le fusioni che gli enti possono veramente arrivare a dare delle risposte concrete alle istanze di efficientamento, semplificazione e sburocratizzazione che provengono dalla società”.

“Non le Unioni dei Comuni ma le Fusioni – aggiunge il direttore della CNA, Sergio Giusi – significano razionalizzazione, condivisione di risorse e capacità di guardare ai reali bisogni di un  territorio che deve esser considerato in una dimensione sufficiente ad esprimere politiche di sviluppo, un obiettivo non perseguibile da tante piccole realtà a se stanti. C’è bisogno ad esempio di una tassazione e di regolamenti unici affinché si possa parlare di equità nei confronti delle imprese e dei cittadini. C’è bisogno di semplificazioni e di qualità nel governo del territorio”.

“Questi percorsi – conclude Elena Calabria – che potrebbero portare in pochi anni a nuovi assetti anche sul nostro territorio devono però essere approcciati con ragionevolezza e nell’ottica di dare risposte concrete. Innanzitutto, per quanto riguarda i limiti minimi dimensionali, ci troviamo perfettamente d’accordo con chi vuol introdurre una soglia minima di abitanti che giustifichi l’esistenza del nuovo Comune, cosi come serve che le aggregazioni rispondano a logiche territoriali che abbiano il giusto respiro e si proiettino nel futuro, non certamente dettate dall’unico scopo di cogliere le opportunità economiche disponibili. Anche per questo ci auguriamo che il risultato del voto del referendum per la fusione fra Cutigliano e Abetone non venga preso come un pretesto per abbandonare la discussione sulla tematica, ma che anzi possa esser visto come l’occasione per tornar a parlare di una fusione a quattro”.