CNA chiede da tempo al Governo di avviare una riforma strutturale delle bollette

Le piccole e medie imprese continuano a sopportare elevati costi energetici con le bollette più care d’Europa a causa di una parafiscalità che incide per il 30%. È quanto ha sottolineato CNA nel corso delle audizioni periodiche promosse da Arera con riferimento al quadro strategico 2022-2025. La Confederazione ha evidenziato che il carico di oneri parafiscali che gravano sulle Pmi è sproporzionato rispetto ai consumi e iniquo in riferimento alla destinazione del gettito, come nel caso del finanziamento delle agevolazioni alle energivore/gasivore che le piccole imprese finanziano, ma al quale non accedono.

CNA condivide l’orientamento dell’autorità di regolazione di colmare il gap di tutela a favore dei soggetti più esposti ai costi della transizione green e tuttavia rileva alcune criticità da rimuovere per favorire il coinvolgimento delle Pmi nel processo di decarbonizzazione.

Al riguardo, il tema degli oneri generali di sistema rimane un vulnus e conferma la scarsa attenzione del legislatore verso il sistema delle piccole imprese. Pertanto è necessario riavviare rapidamente il percorso di graduale e progressivo alleggerimento della bolletta. La proposta di riportare all’interno del bilancio pubblico almeno il finanziamento degli sgravi alle imprese energivore consente di ridurre di 1,4 miliardi gli oneri a carico delle PMI.

CNA tuttavia evidenzia la necessità di ribaltare i criteri della tariffazione energetica, privilegiando una visione della fiscalità e parafiscalità quali leve per favorire gli investimenti green, premiando i soggetti con comportamenti virtuosi su efficientamento dei consumi e riduzione delle emissioni. In sostanza dare finalmente attuazione al principio “chi inquina paga”.