Caro bollette mette in ginocchio i pensionati: intervenire subito

Bene la fuoriuscita anticipata dal lavoro, che può tradursi in più opportunità di lavoro per i giovani. E’ un investimento indispensabile per uno Stato che guarda al futuro. C’è rammarico, invece, per il rinvio del tanto atteso taglio sulle aliquote: la riduzione dell’Irpef rinviata al 2018 è un’occasione mancata per dare una spinta agli investimenti e una crescita nella produzione”.

Nunzio Dallari, presidente provinciale CNA, valuta positivamente l’anticipo pensionistico fino a 3 anni e sette mesi che scatterà per chi ha almeno 20 anni di contributi ed è nato tra il 1951 e il 1953. Una platea potenziale di 350mila persone che libererebbero altrettanti posti di lavoro, forti degli ultimi dati Istat incoraggianti secondo cui l’espansione occupazionale continua (+439mila occupati in un anno) anche per i giovani tra i 15 e i 34 anni (+223mila su base annua).

Il super ammortamento e le agevolazioni sugli sconti contributivi per le nuove assunzioni, hanno sicuramente influito sulla crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (+308mila) e a termine (+72mila) ma bisogna chiedersi se si tratta di una misura sufficiente a mantenere alti i livelli occupazionali nel lungo termine, considerando il taglio alla decontribuzione già avvenuto nel 2016.

“Resta il fatto – continua il presidente CNA Dallari – che l’APE non peserà molto sui conti pubblici: circa un miliardo di euro, che sarà impiegato soprattutto per consentire l’uscita anticipata dei lavoratori più svantaggiati (quelli che non dovranno pagare nulla) come i disoccupati di lungo corso, chi svolge un lavoro rischioso, pesante, faticoso e chi è in condizioni soggettive di bisogno (come chi si occupa dell’assistenza a un familiare disabile). Da sciogliere anche il nodo dei lavoratori usurati: alla richiesta dei sindacati di ampliare l’intervento a maestre d’asilo, edili, macchinisti e infermieri di sala operatoria, riterrei opportuno aggiungere anche i lavoratori del settore trasporti”.

“Insomma – conclude Nunzio Dallari – l’Ape rappresenta una forma di flessibilità in uscita che può aprire nuove porte nel mercato del lavoro, ma per concretizzare nuovi scenari di investimento per le pmi occorre un taglio delle tasse più incisivo”.