Tutti concordi, con qualche distinguo, gli amministratori del Delta presenti al convegno ad Adria organizzato dalla Cna Rovigo e moderato da Giuliano Ramazzina sul tema delle aggregazioni tra comuni: le fusioni vanno bene ma bisogna lavorare, e tanto, sulla condivisione con i cittadini di un percorso che sembra irrevocabile. La Cna ha fatto ancora centro dopo la presentazione a maggio del report provinciale e la tappa dello scorso settembre a Lendinara con un dibattito che ha interessato ed appassionato parecchi comuni e politici presenti presso la sede municipale adriese.

“Cerchiamo di unire le nostre idee – ha detto il sindaco di Adria Massimo Barbujani – ed è giunto il momento di scrivere una pagina importante della storia del nostro territorio. I sindaci stanno diventando sempre più “dipendenti” comunali e da soli non si può andare avanti. Ho sentito recentemente – ha ricordato Barbujani – Il ministro Madia affermare che non ci sarà alcun provvedimento calato dall’alto ma cominciamo a vedere se c’è questo feeling per tendere ai risultati presentati da Cna con un significativo passaggio culturale.”

Il report, inserito nell’iniziativa promossa anche dalla Camera di Commercio Venezia Rovigo “Ri-generazione Artigiana 2020”, ha toccato diversi temi: un’eccessiva percentuale (80%) di comuni sotto i 5 mila abitanti, la necessità di razionalizzare i servizi, aumentare la capacità degli investimenti e verificare la rimodulazione della tassazione locale che potrebbe portare i conti ai tempi “buoni” con oltre 15 milioni teoricamente disponibili per la provincia di Rovigo grazie agli incentivi statali che al momento scadono a fine anno. Le fusioni negli ultimi 4 anni sono aumentate a dismisura con contributi mirati agli studi di fattibilità e a diverse facilitazioni nella riorganizzazione della macchina amministrativa. La Cna, secondo lo studio presentato da Alberto Cestari di Sintesi Centro Studi, propone 10 nuove fusioni lasciando “soli” solo Rovigo e Porto Tolle. Per il Delta Adria, Pettorazza, S.Martino Venezze e Papozze potrebbero comporre un aggregazione da oltre 27.000 abitanti. Villadose, Ceregnano e Gavello arriverebbero a quasi 10.500 abitanti. Loreo, Rosolina e Porto Viro toccherebbero i 25.000 abitanti mentre Corbola, Ariano nel Polesine e Taglio di Po sorpasserebbero le 15.000 unità. Gli incentivi arriverebbero in qualche caso a 2.000.000 di euro per aggregazione.

“Da tempo Cna porta avanti il tema dell’aggregazione – commenta David Gazzieri presidente provinciale di Cna . Vi sono troppe differenze, ad esempio, di natura fiscale come i regolamenti della tassa rifiuti. Ma ci rendiamo conto che ci vuole una volontà diversa dalla mera valutazione economica della comunità. Non dobbiamo aver paura di prendere una strada coraggiosa e auspico che da tutto il mondo economico e politico sorga un movimento coeso per impegnarci a fondo per il cambiamento.”

Tanti i contributi arrivati a partire dai parlamentari Crivellari e Amidei. “Concordo – chiarisce Diego Crivellari – che si debba avere un processo condiviso e bisogna far nascere una cabina di regia anche “politica”. L’ipotesi di un unico comune del Delta come auspicato è un’ipotesi suggestiva anche se distante dall’avverarsi. La cosa sicura è che non dobbiamo lasciare i sindaci da soli.”

“La politica purtroppo non credo possa aiutare più di tanto questo tipo di processo – ribatte Bartolomeo Amidei -. Bisogna prima di tutto porre fine ai campanilismi avendo davanti anche tentativi legislativi falliti in passato. Dai cittadini ora abbiamo la massima resistenza ma l’obiettivo è razionalizzare i costi e migliorare i servizi.”

Anche i consiglieri regionali non hanno fatto mancare il loro contributo. “La tendenza verso le fusioni – analizza Graziano Azzalin – è molto lenta. Bisogna sviluppare un ragionamento politico con la rivendicazione di un’autonomia che in Veneto può trovare la giusta radice. Abbiamo la potestà per avanzare le nostre proposte. Nel Delta ci dovrebbe essere una predisposizione maggiore con l’esperienza di Porto Viro davanti. L’identità andrà smarrita se non faremo azioni nella direzione che stiamo discutendo anche se al momento questo è un tema che non scalda i “cuori”.

“Sono perfettamente d’accordo – dichiara Patrizia Bertelle – con le fusioni. Bisogna sviluppare un percorso “pedagogico” verso la popolazione individuando le affinità dei territori e le identità. Bisogna iniziare per tempo spingendo sui vantaggi non solo economici.”

Dal territorio tante conferme ma anche tante perplessità. “Abbiamo lavorato al momento sull’unione dei servizi con altre amministrazioni – interviene Sara Crepaldi per il comune di Corbola -“

Per Andrea Grassetto, vice sindaco di Pettorazza: “Vivendo la nostra realtà il timore più grande è nell’incertezza che la politica sia in grado di governare il cambiamento. L’opera di convincimento abbisogna di tempo e noi dovremo stare al fianco della gente.”

Deciso il sindaco di Gavello Diego Girotto: “Se guardiamo alla volontà dei singoli sindaci sarà difficile trovare l’accordo. Le fazioni del no rischiano di non far decollare il progetto.”

Anche per Carmen Mauri, sindaco di Ariano Polesine il tema è affrontare il dialogo con i cittadini: “Ad Ariano ci sono 5 frazioni e già sono evidenti i campanilismi anche tra i giovani. Dobbiamo imparare anche a lavorare insieme per il bene della nostra gente.”

Concorde Moreno Gasparini, Sindaco di Loreo: “Serve un buon tempo per far ragionare la nostra gente sulla possibile fusione. Tre i principi da perseguire: efficienza, efficacia ed economicità.”

Infine il sindaco di Rosolina Franco Vitale: “Abbiamo un mandato chiaro dai cittadini. Noi stiamo percorrendo una strada di condivisione dei servizi della polizia locale consci che su altre cose dovremo fare un’opera di convincimento nei confronti dei cittadini.”