“Pensare prima in piccolo” e agire di conseguenza, creando innanzitutto un contesto normativo semplice e prevedibile. E passando una volta per sempre dalle parole ai fatti in materia, tra l’altro, di approvvigionamento energetico, investimenti di fondi pubblici, di promozione della ricerca e dell’innovazione. Le imprese – e le micro, piccole e medie in particolare – sono sempre più preoccupate dall’aumento degli oneri amministrativi, sopraffatte dalle molteplici sfide che sono chiamate ad affrontare, e chiedono al contrario un contesto normativo semplice e prevedibile.

Queste le parti salienti della Risoluzione alle istituzioni europee adottata nel corso dell’Assemblea generale di SMEunited, tenutasi a Parigi. SMEunited è l’organizzazione più rappresentativa dell’artigianato e delle Pmi europee, 12 milioni di imprese con oltre 60 milioni di addetti, di cui CNA è membro fondatore dal 2001. Al vertice di Parigi era presente il responsabile Politiche comunitarie della nostra Confederazione, Claudio Cappellini, membro del comitato di direzione di SMEunited.

Nel corso del dibattito sono state evocate le principali criticità strutturali per artigiani, micro e Pmi: i costosi e complessi processi di standardizzazione; il difficile accesso al credito e alla finanza; la mancanza di condizioni idonee alla transizione digitale ed ecologica. A Parigi si è discusso, inoltre, della complessa transizione energetica, della necessità di una politica comune più sostenibile e inclusiva, delle modalità di realizzazione dei Piani nazionali di ripresa e resilienza in particolare per quanto riguarda le piccole imprese localizzate nelle aree interne, rurali e svantaggiate. Numerosi infine gli ordini del giorno dibattuti e approvati dai partecipanti all’iniziativa, su temi quali il conflitto russo-ucraino, le priorità politiche europee per l’artigianato e le imprese micro, piccole e medie, la semplificazione del quadro regolatorio.