“Sull’autoproduzione portiamo a casa un grande risultato come sistema CNA. È stata una partita nella quale la nostra Confederazione c’è stata più di ogni altra organizzazione, nella convinzione di lavorare per le nostre imprese”. Il Presidente Nazionale Dario Costantini rivendica il ruolo della CNA nel percorso lungo e complicato che ha portato alle misure Transizione 5.0 e risparmio energetico ma sottolinea che adesso “dobbiamo mettere a terra le grandi opportunità. Ogni nostra impresa dovrà essere nelle condizioni di conoscere gli strumenti e le misure per abbassare il costo dell’energia e diventare più competitiva”.

Costantini ha concluso il seminario tecnico promosso dalla Confederazione al quale hanno partecipato la vice presidente Elena Calabria, Barbara Gatto, responsabile Dipartimento politiche ambientali CNA, Raffaele Spallone del Mimit, e Chiara Martini di Enea.

Un’iniziativa per avviare la conoscenza sulle nuove opportunità offerte dal recente decreto Pnrr per l’autoproduzione energetica e per gli investimenti green e digitali delle piccole imprese. Il Presidente Costantini ha ricordato la genesi del progetto della Confederazione. “Noi partiamo sempre dai bisogni delle imprese – ha detto – e a inizio 2022 abbiamo lanciato l’allarme sull’impennata delle bollette”. Dopo un paio di mesi “abbiamo messo a punto il progetto per favorire l’autoproduzione da fonti rinnovabili e siamo stati gli unici a parlarne”. Anche oggi che il costo dell’energia non ha più spazio sulle prime pagine dei giornali “il peso delle bollette continua a rappresentare la principale preoccupazione delle imprese, anche quelle colpite dalle alluvioni nelle Marche, in Emilia-Romagna e in Toscana”.

Costantini rivendica anche che “siamo stati tra i pochi a sostenere le modifiche al Pnrr, quelle modifiche che hanno consentito di destinare 6,3 miliardi a Transizione 5.0 e risparmio energetico”. Sul Pnrr “la CNA ha sempre mantenuto un alto senso di responsabilità, consapevoli che stiamo firmando cambiali che pagheranno i nostri figli e abbiamo il dovere di lasciare un Paese migliore di quello che abbiamo trovato. Questo progetto – ha concluso – rappresenta un modello che va nella giusta direzione”.

Ad aprire l’iniziativa la vice presidente Elena Calabria che ha rimarcato “l’impegno politico della CNA su una misura strategica. Nella fase più acuta della crisi energetica abbiamo visto aumenti anche di oltre il 400%. I sussidi per 80 miliardi hanno consentito di arginare l’emergenza ma servivano misure più strutturali per consentire alle Pmi di essere meno vulnerabili. Ora è strategico essere pronti per accompagnare le imprese per cogliere le opportunità e la CNA rappresenta un presidio strategico”.

Barbara Gatto ha indicato che con le misure di Transizione 5.0 e le risorse pari a 320 milioni da rendere operative per il fotovoltaico “il Pnrr diventa più a misura di Pmi. Oggi disponiamo di un quadro di strumenti in grado di offrire risposte mirate rispetto alle esigenze delle imprese”.

Raffaele Spallone della Divisione per la digitalizzazione delle imprese del Mimit, ha rivolto un apprezzamento pubblico alla CNA per “il confronto costruttivo. Non esiste in Europa uno strumento simile a Transizione 5.0, che è anche una misura flagship del RepowerEu”. Spallone ha anticipato che in fase di definizione il decreto attuativo che sarà accompagnato da un corposo regolamento “per consentire di dare certezze e sicurezza per gli investimenti delle imprese” ed ha sottolineato un aspetto importante di Transizione 5.0: “Nel confronto con l’UE abbiamo ottenuto che non si tratta di aiuti di Stato, quindi non c’è selettività, tutte le imprese possono accedervi”.

Chiara Martini di Enea invece si è soffermata sull’importanza dell’audit energetico da parte delle imprese per poter realizzare interventi più mirati ed efficienti, ed ha presentato alcuni numeri secondo i quali il costo-beneficio degli investimenti in efficientamento energetico è mediamente superiore nelle Pmi che nelle grandi imprese.