Chi dalla Manovrina si attendeva la soluzione dell’annoso problema del finanziamento degli interventi di riqualificazione energetica e sismica degli immobili non potrà che sentirsi profondamente deluso. Dopo un paio di settimane di travaglio e di voci sulle novità imminenti, nulla è accaduto.

Nell’ultimo mese si erano moltiplicate le indiscrezioni sulla determinazione del Governo ad affrontare gli ostacoli che ancora oggi frenano la realizzazione degli interventi  di rinnovamento degli edifici, soprattutto condominiali. Il nodo ancora aperto è quello della cessione a terzi delle detrazioni decennali, aperto dalla legge di Bilancio 2017 a tutti i beneficiari, non solo gli incapienti, ma difficile in pratica perché la cessione è vietata alle banche e ad altri soggetti finanziari. Il Ministero delle Infrastrutture, nell’autunno scorso, aveva lavorato insieme al vice-ministro dell’Economia Enrico Morando per ottenere l’inserimento di una norma che istituisse un fondo, partecipato da Cassa Depositi, che facesse da ponte con le banche per rendere facile e accessibile a tutti la cessione del bonus fiscale. Ma il veto del Ministero dell’Economia ha stoppato questa norma, vietando anche la cessione alle banche. Ci si è riprovati con il decreto Manovra, ma è finita allo stesso modo.

Nonostante l’esistenza di incentivi fiscali particolarmente generosi e specificamente dedicati agli interventi più idonei a rendere gli stabili sicuri ed efficienti, i lavori faticano ad essere avviati a causa dei problemi di reperimento delle risorse finanziarie necessarie. La cessione delle detrazioni ad  oggi è una facoltà concessa a tutti coloro che realizzano questi interventi (ovvero le imprese esecutrici)

La soluzione più logica, vale a dire quella della cessione ai soggetti finanziari, che minimizzerebbe costi e rischi dei finanziamenti e renderebbe semplici le procedure, resta inspiegabilmente vietata dalla legge.

Niente di nuovo, dunque, nonostante le parole spese dal viceministro all’economia Enrico Morando, che a un convegno organizzato il 9 marzo al Senato aveva affermato che «il principale ostacolo all’effettiva realizzazione di interventi di ristrutturazione e riqualificazione negli edifici di grandi dimensioni è imputabile all’incapienza delle famiglie e, dunque, all’impossibilità di accedere alle detrazioni fiscali. Un problema che va risolto, anche per dare respiro al settore dell’edilizia, mediante la creazione di un soggetto ad hoc nel quale far confluire diversi attori, soprattutto istituti bancari, che diventi titolare e realizzatore dell’intervento di riqualificazione, su mandato dell’assemblea condominiale, e che, quindi, possa beneficiare degli ecobonus».

Parole che non hanno avuto alcun seguito nel nuovo provvedimento. Gli incentivi restano del tutto scollegati dai meccanismi di finanziamento e, di conseguenza, sembra ancora preclusa la possibilità che essi possano svolgere una potente funzione di stimolo a favore dello sviluppo, dell’occupazione, della tutela dell’ambiente e della riduzione della dipendenza energetica dalle fonti fossili. Tutti temi che, comunque, dovrebbero essere in cima alle priorità del Governo.