La chiusura della E45  determina  un  danno pesantissimo alla libera circolazione di persone e merci,  con riflessi che, per l’importanza dell’arteria,  vanno ben oltre  le imprese ubicate  nei  territori direttamente coinvolti.

Si tratta della superstrada più lunga d’Italia dato che il suo tracciato si estende per più di 250 km, inizia a Terni ed arriva a Ravenna. 

Nonostante la pronta disponibilità del Governo ad  affrontare urgentemente le criticità derivanti dalla chiusura al traffico del viadotto Puleto, lungo la E45, l’evento mette nuovamente in risalto la necessità di predisporre urgentemente  non solo un piano organico di manutenzione delle infrastrutture ma  anche un sistema nazionale che indichi  percorsi alternativi e sicuri da utilizzare  in caso di eventi tragici e/o calamità improvvise che colpiscono il Paese.

Dopo il sequestro dell’infrastruttura disposto dalla Procura aretina,  non si può scoprire improvvisamente che tra Toscana ed Emilia Romagna molti dei percorsi alternativi adiacenti,  hanno necessità di adeguamenti  ai flussi di traffico o  di ripristino per smontamenti  con conseguenti ed ulteriori pesantissimi danni  all’economia e disagi  incalcolabili ai cittadini: prima di poter rendere pienamente accessibile anche questa viabilità secondaria passeranno molti mesi.

La vecchia statale Tiberina 3bis è  sconnessa e dissestata  in modo tale da essere inagibile e chiusa al traffico già da molto tempo prima della chiusura del viadotto; le alternative stradali più vicine comportano percorrenze molto più lunghe, piene di saliscendi, curve e presentano grosse difficoltà per i mezzi pesanti e per gli abitati che attraversano.

In questo senso la E45 rappresenta, purtroppo, soltanto la punta di un iceberg perché  situazioni in cui non si conoscono i percorsi alternativi dove poter far transitare in sicurezza  i camion , sono state evidenziate in maniera diffusa su tutto il territorio nazionale ogniqualvolta ci si è trovati di fronte ad un blocco improvviso della viabilità; un caso particolare di questa problematica, è anche quello che  concerne la circolazione dei veicoli eccezionali e dei trasporti in condizioni di eccezionalità dove, spesso, forse anche per evitare potenziali e pesanti responsabilità da parte dei soggetti preposti al rilascio delle autorizzazioni,  si vieta in maniera precauzionale il transito senza però dare soluzioni di percorsi  alternativi confacenti alle masse  o alle dimensioni dei veicoli stessi.

E pensare che  l’esigenza di conoscere  preliminarmente  lo stato tecnico delle strade,  l’incidenza del traffico veicolare, il numero degli incidenti e lo stato di percorribilità anche da parte dei veicoli  classificati mezzi d’opera che eccedano i limiti di massa stabiliti, era già previsto quasi trent’anni fa  dall’allora nuovo  Codice della Strada !.

L’articolo 226 del Cds prevede infatti che “ presso il Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti è istituito l’archivio nazionale delle Strade” e stabilisce che  “ la raccolta dei dati avviene attraverso gli enti proprietari della strada, che sono tenuti a trasmettere all’ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale, tutti i dati relativi allo stato tecnico e giuridico delle singole strade”.

  Al Ministro Toninelli, a cui riconosciamo attenzione per la categoria, chiediamo  che oltre  a garantire ristori ed aiuti ad imprese e cittadini interessati dalla chiusura del tratto della E45, si impegni anche per  la piena e tempestiva attuazione dell’archivio  nazionale delle strade in modo tale da  conoscere lo stato e le caratteristiche dei percorsi alternativi e garantirne la transitabilità immediata in caso di eventi imprevisti .