Dalle risorse umane alla medaglia del Presidente della Repubblica

E’ determinata, va dritta al punto senza perdere tempo e crede molto in quello che fa, Eleonora Rigotti e forse anche grazie a queste sue caratteristiche le è stato assegnato il Premio “Donne che ce l’hanno fatta”. Bresciana, 38 anni, già da dieci guida un’impresa di pulizie civili e industriali da lei fondata.
“Venivo da esperienze in quel settore – racconta – gestivo le risorse umane in un’azienda famigliare, ma avevo bisogno di maggiore indipendenza e potere gestionale e così nel 2005, cogliendo le richieste di mercato, ho fondato la Ergopulizie che oggi opera a Brescia e in Lombardia”.
Quindici dipendenti, di cui 11 donne italiane e straniere, che la seguono quasi dal principio della sua avventura. “In dieci anni l’impresa è sempre cresciuta – spiega Rigotti -. Fino al 2013 non abbiamo avvertito la crisi, anzi, soltanto gli ultimi due anni sono stati un po’ più difficili, ma siamo riusciti a mantenere comunque un bilancio sempre positivo”.
La Ergopulizie è stata riconosciuta Impresa Eccellente nell’ambito del progetto Lombardia Eccellenza Artigiana 2009 ed ad Eleonora Rigotti nel marzo scorso è stato assegnato il premio nazionale Donne che ce l’hanno fatta. Premio partito dallo Sportello Donna e Fondazione Gaia di Pavia, riproposto dalla Consigliera Provinciale di Parità di Brescia, rivolto a donne che si sono contraddistinte nei vari settori e per particolari capacità e caratteristiche. Per l’evento il Presidente della Repubblica ha conferito una medaglia di rappresentanza.
“Il premio in un certo senso è doppio – spiega Rigotti – mi è stato assegnato in quanto sono entrata nel Consiglio della Camera di Commercio di Brescia, ma anche in quanto nuova presidente provinciale di CNA”. Il percorso di Rigotti è passato attraverso i due raggruppamenti di interesse storici della Confederazione: i giovani e le donne, tanto che è anche presidente in carica di CNA Impresa Donna Lombardia. “A breve, a seguito anche dei nuovi incarichi assunti, ci sarà un avvicendamento nel raggruppamento di genere, ma devo tantissimo alle donne CNA – dice – la mia formazione personale e professionale, il mio senso di appartenenza vengono anche da lì”.
Ma cosa pensa delle quote rosa una donna ‘che ce l’ha fatta’ senza? “Io sono stata circondata da persone che hanno creduto in me, anzi devo dire che i primi a farlo sono stati dirigenti uomini. Credo che le quote rose siano uno strumento utile per andare a colmare il gap di rappresentanza. Ma deve rimanere uno strumento e a tempo determinato. La pluralità di genere ha senso in quanto pluralità di idee. Deve essere un passaggio culturale, non ci deve essere rigidità, il fine deve essere il merito, la partecipazione, l’impegno”.
“Ma se questo passaggio culturale non avviene in maniera spontanea, ben venga questo strumento – continua Rigotti -. Gli effetti positivi della legge Golfo Mosca, che ha imposto le quote rosa ai vertici di aziende quotate e pubbliche, si stanno già vedendo e benissimo ha fatto l’Assemblea straordinaria della CNA a introdurre, tra le prime associazioni di imprese, modifiche in tal senso dello Statuto. A volte serve una spinta per generare un movimento che possa poi diventare spontaneo e naturale”.