Estetiste a Conte: chiusura centri nelle zone rosse è musica per gli abusivi

Rivedere le disposizioni contenute nell’ultimo decreto, che escludono le imprese dell’estetica dalle attività consentite nelle zone rosse. Non ci stanno le imprese del settore, che hanno accolto con grande senso di responsabilità i provvedimenti di chiusura, attenendosi alle normative messe in atto sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria. E ritengono ora che la loro esclusione risulti priva di motivazioni oggettive. Per questo CNA Benessere e Sanità ha scritto al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per chiedere che vengano riviste le disposizioni. “Non tengono conto dell’effettivo rischio di contagio” si legge nella missiva indirizzata a Palazzo Chigi.

L’impegno sulla sicurezza

CNA Benessere e Sanità ribadisce l’impegno ad adottare rigorosi protocolli igienico-sanitari, rispondendo con diligenza e rigore alle indicazioni del Governo contro il rischio contagio. Le imprese della categoria sono consapevoli della necessità di adottare condotte per limitare la diffusione del virus e ritengono necessario un intervento tempestivo: le attività di estetica devono poter essere svolte anche all’interno delle zone rosse.

Nessun rischio di contagio

Al pari degli acconciatori, la cui attività è opportunamente consentita anche in zona rossa, le imprese di estetica non sono fonte di contagio. Garantiscono piuttosto la massima sicurezza per gli operatori e per i clienti. Hanno adottato tutte le misure previste dai protocolli igienico-sanitari, ribadisce CNA Benessere e Sanità nella lettera a Conte. Inoltre, per organizzazione e modalità di svolgimento del lavoro, non presuppongono la compresenza di più persone. Nei saloni di bellezza non c’è quindi alcun rischio di assembramento.

Chiudere nelle zone rosse favorisce l’abusivismo

Senza contare, fanno presente le imprese della categoria, che la chiusura dei centri estetici nelle zone rosse contribuisce indirettamente ad alimentare il fenomeno dell’abusivismo. Un fenomeno molto diffuso in questo settore, che mette a repentaglio non solo la salute dei cittadini. Ma la tenuta stessa degli operatori, che rispettano diligentemente le regole. Così facendo il legislatore, sospendendo le attività, vanifica l’intento stesso di contenere i contagi.

L’invito al Governo

Alla luce di questo, CNA Benessere e Sanità invita il Governo a riconsiderare l’esclusione delle imprese di estetica dalle attività di servizio alla persona consentite in zona rossa. Solo così si potrà contribuire al recupero di un settore che ha patito particolarmente per le limitazioni introdotte nell’ultimo anno.