I mezzi di trasporto hanno il turbo nel motore, al contrario di tutti gli altri settori produttivi, che arrancano decisamente in salita. E’ la fotografia tracciata dallo studio realizzato per la CNA Abruzzo da Aldo Ronci, relativo all’andamento delle esportazioni abruzzesi nei primi sei mesi dell’anno. La buona notizia è che, rispetto allo stesso periodo del 2014,  la bilancia dei movimenti legati all’export è salita di ben 198 milioni di euro: allora, tra gennaio e settembre, la somma complessiva era stata di 5.268 milioni di euro, mentre oggi sale a 5.466, con un aumento percentuale del 3,8% (ma la media Italia è al 4,2%).

A fare la parte del leone nella galassia dell’export regionale, come detto, sono stati i mezzi di trasporto: da soli – illustra ancora la ricerca – rappresentano il 47% del totale dei movimenti, con un incremento di 238 milioni di euro. All’opposto, le esportazioni degli altri prodotti si riducono di 40 milioni: a subire i tagli più consistenti sono i prodotti  in metallo (-33 milioni; con un decremento percentuale del 10,6), e con loro i prodotti chimici (-17;-9,8%), gli articoli in gomma (-15;-5,5%), gli apparecchi elettrici (-13;-7,6%) e l’abbigliamento (-13;-11,7%). «Unico settore a ottenere un incremento, tra l’altro molto elevato – osserva Ronci – è stato quello degli apparecchi elettronici: +49 milioni e +55,3% di incremento percentuale. Ed è solo grazie a questo dato che i prodotti diversi dai mezzi di trasporto hanno evitato di raddoppiare la propria flessione».

Una voce, questa sorta di “resto del mondo” dell’export (rispetto alla corazzata autotrasporto), che rappresenta gran parte de micro e piccole imprese locali. Una costellazione di attività che continua, in controtendenza con il dato nazionale, a perdere pesantemente colpi, «a conferma dello stato di grave crisi in cui versa l’economia abruzzese». Capitolo agroalimentare. Tra gennaio e settembre ottiene un incremento di 19 milioni di euro, passando dai 373 del 2014 agli attuali 392. In valore percentuale, le esportazioni del settore registrano un robusto incremento, pari al 5,1%, che è tuttavia inferiore di un terzo rispetto al dato nazionale (+7,8%). Percorso sostanzialmente parallelo, infine, per i prodotti alimentari: che ottengono un incremento di 8 milioni, mentre le esportazioni dei prodotti alimentari registrano un incremento 11.

– «L’Abruzzo è un’ isola di depressione nel sistema Italia, e a farne le spese è soprattutto la micro impresa». Non usa mezzi termini il presidente della CNA Abruzzo, Italo Lupo, commentando i dati relativi all’andamento dell’export nei primi nove mesi dell’anno. Intervenendo questa mattina a Pescara alla conferenza stampa di presentazione della ricerca sull’andamento delle esportazioni nei primi nove mesi dell’anno, realizzata per conto della confederazione artigiana da Aldo Ronci, Lupo ha sottolineato come il dato dell’export, «se da una parte evidenzia i limiti strutturali delle nostre micro impresa nella capacità di reggere la sfida sui mercati internazionali, dall’altra chiama in causa lo scarso sostegno offerto dalla Regione. Perché la quasi totalità delle risorse finanziarie finisce nel calderone del sistema sanitario, lasciando le briciole alle attività produttive».

Che il quadro abruzzese si presenti a tinte fosche per il mondo della micro impresa artigianale e commerciale, lo dice anche il direttore di CNA Abruzzo, Graziano Di Costanzo, secondo cui «la crisi, in questo territorio, sta vivendo un suo colpo di coda. Perché ai dati negativi sull’export, vanno sommati quelli sul credito, che confermano la chiusura dei cordoni della borsa, da parte del sistema bancario, proprio verso le imprese più piccole». Alla Regione, Di Costanzo – che pure riconosce un ruolo positivo alla recente stesura del Masterplan per il Sud, con 400 milioni di euro a disposizione – chiede «un deciso cambio di passo nella capacità di erogare in tempi rapidi le poche risorse disponibili». «Troppo – conclude – il tempo che intercorre nella predisposizione dei bandi  e l’effettiva messa a disposizione delle risorse»