“Il nuovo calo nel clima di fiducia delle imprese e anche dei consumatori ci preoccupa notevolmente, ma non arriva inatteso”. A commentare il dato dell’Istat è la CNA.

A incidere sulla fiducia delle imprese sono, oltre alla situazione internazionale, l’inflazione e il costo del denaro – rileva la Confederazione – un combinato disposto micidiale per l’andamento economico e sociale. Sorprende che nonostante dieci rialzi consecutivi dei tassi decisi dalla Banca centrale europea il caro vita stia diminuendo al rallentatore. È tempo, quindi, che contro l’inflazione si adottino misure diverse dalle consuete, dimostratesi scarsamente efficaci, intervenendo sulle distorsioni del mercato, a cominciare da quello dell’energia, prima di tutto a livello europeo”.

“Per il prossimo futuro auspichiamo che la Bce riduca i tassi in presenza di eventuali cali dell’inflazione, invece di non escludere nuovi aumenti. Nel contempo suggeriamo al governo di puntare sulle imprese per rilanciare l’economia perché solo le imprese sono in grado di innovare, investire, assumere. Servono misure di semplificazione all’osso, strumenti adatti ad artigiani e piccole imprese, che rappresentano il 98 per cento della platea. Ed è necessaria una politica del credito meno restrittiva di quella adottata dalle banche italiane, che come la stessa Bce ha rilevato sono ancora più rigide delle concorrenti continentali. Altrimenti – conclude la CNA – il forte calo del fatturato industriale italiano registrato nei primi otto mesi dell’anno potrebbe peggiorare ulteriormente in futuro”.

 

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