Fuori dall’Europa il Made in Italy fa furore

Fuori dall’Europa il Made in Italy fa furore. Secondo una stima dell’Istat, l’interscambio commerciale italiano con i Paesi extra europei a maggio dovrebbe essersi impennato. E, da un giro di telefonate con esperti di commercio internazionale, anche giugno potrebbe procedere discretamente.

Anno cominciato a gonfie vele

Torniamo a maggio. Le previsioni dell’Istituto nazionale di statistica indicano un aumento congiunturale sul fronte tanto delle esportazioni che delle importazioni. Con una prevalenza delle vendite all’estero sugli acquisti. In dettaglio, rapportando la stima di maggio 2019 al dato di maggio 2018, l’export sarebbe destinato a crescere dello 0,8 per cento, l’import dello 0,7 per cento. Il combinato disposto della differenza tra controvalore delle esportazioni e delle importazioni darebbe di conseguenza un saldo positivo di 3,108 miliardi di euro contro il +2,362 miliardi di dodici mesi fa. Da inizio anno, quindi, il saldo commerciale italiano (prodotti energetici esclusi) dovrebbe attestarsi a +26,255 miliardi a fronte del +25,149 miliardi del periodo gennaio-maggio 2018.

E la tendenza continuerà

Nonostante i venti di guerra commerciale sembrano spirare sempre più impetuosi, anche giugno dovrebbe chiudersi in terreno positivo. Con un saldo commerciale ancora saldamente in nero per l’Italia. E un giro di boa di metà anno ritoccato in alto nei confronti di giugno 2018. Questo, perlomeno, prevedono alcuni osservatori qualificati di commercio internazionale. Non confondiamo – sottolinea uno di loro – le guerre commerciali con le guerre tout court: un tempo le guerre commerciali ne rappresentavano il quasi inevitabile preludio, oggi la situazione è differente. In particolare, le schermaglie tra Stati Uniti d’America e Cina. Washington punta a un ridimensionamento del ruolo di Pechino e Pechino, che già vive una contrazione dell’economia difficilmente si impegnerà in un lungo braccio di ferro. L’accordo tra Cina e Usa, sia pure variamente mascherato, dovrebbe alla fine essere raggiunto. Più complicata è la situazione nel Golfo Persico, ma anche su questo fronte è prevedibile un ammorbidimento. Tenere l’Iran sotto controllo va bene – avrebbero detto all’amministrazione americana gli alleati del Golfo, a partire dagli Emirati Arabi Uniti – scatenare una guerra dalle incerte conseguenze, anche per la stabilità interna di questi Paesi, è un altro paio di maniche.

Potenzialità tenute a freno

Sul fronte dell’interscambio commerciale extra-europeo l’Italia potrebbe addirittura fare di meglio. Lo sottolinea il sottosegretario agli Esteri, Michele Geraci. Secondo uno studio riservato della Farnesina, infatti, solo verso la Cina l’export italiano potrebbe crescere ancora di 18 miliardi. E’ necessario che il sistema Paese si adegui alle nuove necessità del commercio internazionale. Su questo punto l’Italia non può fare da sola. Lo rileva il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanese. “L’Europa ha competenza esclusiva in materia di commercio internazionale e su questo fronte, diplomaticamente, mi permetto di dire che esistono significativi margini di miglioramento. La politica commerciale dell’Europa negli ultimi sette anni ha subito notevoli battute d’arresto. Un banco di prova sarà il quadro di bilancio 20121/2027”, è l’opinione di Moavero Milanese.