La recente norma Uni 11554:2014 “Attività professionali non regolamentate – Figure professionali operanti sugli impianti a gas di tipo civile alimentati da reti di distribuzione – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza”, destinata agli operatori del post contatore gas” si pone l’obiettivo di tracciare i requisiti professionali di chi (Responsabile Tecnico, Installatore, Manutentore) riveste e svolge un ruolo fondamentale nel garantire una corretta installazione e, di conseguenza, la sicurezza degli impianti a gas di tipo civile.

Sul tema CNA Installazione Impianti ha svolto un seminario nazionale, rivolto ad imprenditori e funzionari della Confederazione, in collaborazione con il CIG (Comitato Italiano Gas) al quale hanno partecipato, in qualità di relatori, il Cap. Francesco Castorina, Direttore Tecnico del CIG, e l’Ing. Cristiano Fiameni pubblicandone gli atti (v. allegato).

Per maggiore completezza di informazione, e per favorire il lettore alla comprensione di una materia complessa, agli interventi dei relatori si è voluto aggiungere, in appendice, una serie di documenti richiamati negli interventi dei relatori e nell’introduzione quali:

  • la Prassi di Riferimento 11:2014 (Raccomandazioni per la valutazione di conformità di parte terza ai requisiti definiti dalla UNI 11554:2014  © UNI 2014),
  • il Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (EQF),
  • la Legge 14 gennaio 2013, n. 4 (“Disposizioni in materia di professioni non organizzate”),
  • il Regolamento (UE) del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2012 sulla normazione europea

oltre, naturalmente, alle slides illustrative proiettate dai relatori durante i lavori.

Nel corso del seminario è stato sottolineato come la norma UNI 11554, pubblicata l’11 settembre 2014,  non si debba in alcun modo configurare come l’ennesima norma obbligatoria che gli installatori dovranno applicare, ma come un contributo alla discussione più generale di una revisione del sistema di abilitazione tecnico-professionale della categoria. Il pericolo è che la certificazione, seppur volontaria e non cogente, possa infatti indurre imprese private (ad es. quelle di distribuzione dell’energia) a selezionare i propri fornitori in base al possesso o meno della certificazione stessa creando una vera e propria discriminazione tra imprese a prescindere dalla loro capacità professionale.  Il possesso o meno della certificazione non può pertanto costituire elemento discriminante nella scelta del contraente.

 

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