Una situazione intollerabile a ben 25 giorni dall’alluvione. È questo quello che è emerso quest’oggi nelle zone di Campi Bisenzio, Montale e Montemurlo durante il sopralluogo alle aziende colpite dall’alluvione dello scorso 2 novembre del Presidente Nazionale CNA Dario Costantini e del Segretario Generale Otello Gregorini, accompagnati dal Presidente di CNA Toscana Luca Tonini dai Presidenti di CNA Firenze Giacomo Cioni e CNA Toscana centro Claudio Bettazzi oltre che dai Vicepresidenti Elena Calabria e Fabio Petri.

Ho trovato Imprenditori provati – afferma il Presidente CNA Costantini – ma che si sono mossi immediatamente per riprendere l’attività d’impresa. Ci sono però ancora troppi problemi nella rimozione dei detriti e dei rifiuti; in momenti come questi bisogna allentare la morsa della burocrazia e mettere in condizione le aziende di riprendere le attività senza ostacoli. Abbiamo già sollecitato il Governo per rimandare le scadenze fiscali, che tutti lavorino – al di là delle bandiere – per mettere a disposizione i primi fondi per mantenere in vita le attività. Ringrazio la CNA Regionale della Toscana e le territoriali per essersi mosse immediatamente e il nostro Confidi – Artigiancredito – che si è mosso da subito per assistere le Imprese. È chiaro però che la risposta più significativa deve arrivare dalla politica, sia per affrontare queste prime fasi dell’emergenza, sia per comprendere quali siano i territori a rischio anche nei mesi a venire. Siamo qui, con il Segretario, per lavorare in sintonia con le richieste dei nostri territori”.

“Dopo tutto questo tempo, ben 25 giorni, quello che Costantini e Gregorini si sono trovati davanti è una situazione disastrosa per non dire devastante – afferma il Presidente di CNA Toscana Luca Tonini – famiglie e imprese colpite pesantemente e un silenzio totale di tutta la politica. Un gran numero di imprese a Montemurlo, Montale e Campi Bisenzio farà molta fatica a riaprire e molte non riapriranno. In particolare a Montale e Campi Bisenzio, fango, suppellettili, macchinari, materie prime e prodotti finiti e tutto ciò che è stato inondato dal fango non è stato portato via, noto abbiamo invece notato che a Montemurlo la situazione è leggermente migliore”.

“In un’area in cui si danno risposte sia a commesse che vengono da lontano che dal territorio – aggiunge Giacomo Cioni, Presidente CNA Firenze Metropolitana – la preoccupazione non è solo quella dei danni subiti, ma anche quella di riuscire a tornare operativi il più presto possibile, così da ricominciare a lavorare e a fatturare. La difficoltà più grossa è quella di far coincidere la piena operatività con le richieste che arrivano quotidianamente. L’altro aspetto è il debito messo in pancia in queste settimane da ogni attività colpita, che dovrà essere spalmato su un periodo adeguato con rate sopportabili che sia possibile onorare. Il sistema bancario deve avere un occhio di riguardo nel modo in cui tratterà le singole situazioni dal punto di vista dei costi e dei tassi, ma anche essere disponibile ad aiutare a far capire come ottenere liquidità nel più breve tempo possibile. Come spesso accade occorre un’operazione anticiclica, quella che va oltre alla situazione che vede un fermo lavorativo e che deve essere subito catalizzatrice di una ripartenza del lavoro”.

“A distanza di 3 settimane dall’alluvione – conclude Claudio Bettazzi Presidente CNA Toscana Centro – le zone colpite stanno vivendo ancora una fortissima situazione di disagio e le conseguenze di questa calamità certo non possono dirsi risolte. Le aziende fanno fatica a ripartire, nonostante l’impegno a tutto campo messo sia dagli imprenditori che dai dipendenti, e malgrado la volontà ferrea di rimettersi in gioco, qui però abbiamo ancora in moltissime zone montagne di fango che non viene portato via, strade interrotte e collegamenti difficoltosi, per non parlare della messa in sicurezza degli argini di fiumi e corsi d’acqua che non sono in grado di reggere precipitazioni intense. Questo non è accettabile e chiediamo alle istituzioni il massimo impegno ad intervenire per agevolare al massimo un ritorno celere alla normalità”.

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