Anche le stazioni appaltanti siciliane avrebbero dovuto munirsi di una piattaforma telematica per adempiere all’obbligo, entrato in vigore il 18 ottobre, di cui all’articolo 40, comma 2, del Codice dei contratti.

Tutto ciò per permettere le comunicazioni e gli scambi di informazioni nell’ambito delle procedure del Codice in questione svolte dalle stazioni appaltanti. “Il problema – denuncia il portavoce territoriale della Cna Edilizia di Ragusa, Giorgio Biazzo – è che chi doveva munirsi della piattaforma, in attesa della solita proroga che non c’è stata, si trova adesso spiazzato, essendo sprovvisto di piattaforma telematica, e quindi non può dare seguito alle procedure. La conseguenza, quindi, è che, a fronte di un comparto già alle prese  con parecchi problemi, lo stesso, ora, risulta completamente bloccato in quanto le stazioni appaltanti non hanno acquistato oppure non hanno ancora messo a regime la piattaforma”. “Siamo al paradosso – aggiunge Vittorio Schininà, responsabile territoriale della Cna Costruzioni di Ragusa – perché quella che avrebbe dovuto essere una tecnologia, la cui entrata in funzione era prevista già da un paio d’anni dal Codice degli appalti, si sta rivelando un clamoroso ostacolo che, almeno per il momento, risulta essere insormontabile. Altro che semplificazione e trasparenza. Qui, si rischia di colare a picco. In più, la Regione, con riferimento all’interazione tra le piattaforme in questione, già si è attrezzata, cosa che, ancora, i Comuni non hanno fatto. Prendiamo, quindi, atto del fatto che, ancora una volta, le piccole e medie imprese che operano nel comparto fanno i conti con la mancanza assoluta di programmazione oltre che con l’assenza di progetti di sviluppo. Nessun aggiornamento della Pubblica amministrazione nonostante ciò sia stato ampiamente previsto dall’articolo 40 del Codice degli appalti. Inutile dire che, proseguendo così, non solo la situazione rischia di sfuggire di mano, ma si creeranno danni molto pesanti per l’intero settore”.

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