La Commissione Europea ha presentato ieri un pacchetto di misure sulla sicurezza e sulla sostenibilità energetica per preparare l’UE alla transizione energetica globale e a possibili interruzioni dell’approvvigionamento energetico. Nell’ambito del pacchetto energetico l’Europa ha predisposto delle misure specifiche per il settore edilizio, in particolare per l’ottimizzazione dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento degli edifici.

La strategia per il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici, messa a punto dall’UE, riguarda sia gli immobili residenziali sia quelli appartenenti al settore dei servizi (ad esempio scuole, ospedali, edifici per uffici).
Secondo le stime della Commissione l’intero settore consuma circa il 50% dell’energia dell’UE e rappresenta il 13% del consumo di petrolio e il 59% del consumo totale di gas.
Per l’Europa questo eccessivo consumo di energia dipende dal fatto che gli edifici europei sono vecchi e soggetti a problemi come la mancanza di adeguata coibenza termica e l’obsolescenza degli impianti (quasi la metà degli edifici dell’UE hanno caldaie installate prima del 1992). La ristrutturazione degli edifici esistenti potrebbe portare a un minore consumo di energia ma si registra che attualmente il tasso di ristrutturazione è inferiore all’1%.

Infine le fonti rinnovabili non vengono adeguatamente integrate nel sistema edificio-impianto; infatti il gas naturale rimane la principale fonte di energia primaria per il riscaldamento e il raffreddamento (46%), seguito dal carbone (circa 15%), dalla biomassa (circa 11%), dall’olio combustibile (10%), dall’energia nucleare  (7%), da fonti di energia rinnovabile come eolico, fotovoltaico e idroelettrico (circa il 5%) e da energia solare termica e geotermica (1,5%).