Le sanzioni alla Russia colpiscono le imprese marchigiane. Soprattutto quelle del sistema moda. Un danno di 77 milioni di euro solo nel primo trimestre del 2015. Lo afferma il segretario CNA Marche Otello Gregorini, analizzando i dai Istat sull’export tra Marche e Russia elaborati dal Centro Studi Sistema della CNA

A risentire dell’embargo deciso in  seguito alla crisi Ucraina” sostiene Gregorini “è soprattutto distretto calzaturiero. Il calo delle esportazioni nel periodo I trimestre 2014 – primo trimestre 2015, verso la Russia è fortissimo per le calzature (-38,4%) ma sono state colpite pesantemente anche le aziende meccaniche produttrici di  macchinari e apparecchi – 71,3%. Auspichiamo quindi che le sanzioni siano riviste, perché non è solo il Made in Italy tradizionale a risentirne, ma anche la parte più avanzata tecnologicamente della nostra manifattura regionale, quella che progetta e realizza macchine utensili. In generale, è tutta la produzione di meccanica delle Marche a soffrire per le sanzioni, comprese le aziende di elettrodomestici mentre è crollato l’export alimentare (-75,6).

Sul territorio regionale,  il colpo più pesante  lo hanno subito le imprese della provincia di Ancona, che vedono l’export verso la Russia scendere da 46,4 a 16,8 milioni di euro (-29,6 mln)  Notevoli anche le conseguenze per le aziende del fermano (-19,3 mln). Le attività manifatturiere della provincia di Ascoli Piceno hanno ridotto le esportazioni in Russia di 10,7 milioni di euro, quelle del pesarese pagano all’embargo 9,6 milioni di euro e quelle di Macerata subiscono un calo dell’export di 7,9 milioni di euro.

A pesare negativamente sulle esportazioni marchigiane verso la Russia” afferma Gregorini “non è solo l’embargo ma anche la svalutazione del rublo conseguente alla crisi ucraina che ha ridotto la capacità di acquisto di prodotti di qualità da parte dei consumatori russi. Ma i danni provocati dlale sanzioni rischiano di  pesare sulle imprese marchigiane anche in futuro. Infatti il mercato russo è basato fortemente sulle relazioni e sulla fiducia, requisiti che le Marche negli ultimi anni avevano saputo garantirsi grazie al lavoro sinergico di Regione, Camere di commercio ed associazioni di categoria. Uscire dal mercato russo, anche per un breve periodo, potrebbe precludere gli scambi commerciali anche nei prossimi anni perché le nostre imprese corrono il rischio di essere sostituite da quelle di Paesi che non applicano le sanzioni, con grande difficoltà a recuperare le posizioni. Per molte imprese marchigiane del calzaturiero ma anche della meccanica e del mobile, quello russo è un mercato fondamentale, senza il quale rischiano di andare in crisi. Di pagare all’embargo un prezzo più salato di quello che pagano i russi. Per questo auspichiamo una soluzione diplomatica alla crisi e la ripresa, nel più breve tempo possibile, dei rapporti commerciali con la Russia.”