La produzione industriale in Europa conferma la fase di debolezza che ormai si prolunga dal novembre scorso. I dati diffusi da Eurostat mostrano una contrazione dell’indice dello 0,7% ad aprile rispetto al mese precedente. E l’Italia è in perfetta linea con i 28 partner dell’Unione Europea. Tra i grandi Paesi industriali soltanto la Francia è riuscita a mostrare una variazione positiva nel mese in esame con un incremento dello 0,4%.

Tra le peggiori performance del continente la Germania, la locomotiva dell’economia europea. L’indice della produzione in Germania ad aprile ha accusato un tonfo del 2,3% rispetto al mese precedente. Su base annuale la contrazione è ancora più ampia con un calo del 3,4%. Aprile decisamente negativo anche per la Gran Bretagna che evidenzia una flessione del 2,7% su marzo e del 2,4% rispetto ad aprile dello scorso anno. Anche l’Olanda registra una nuova gelata della produzione industriale, -1,7% su base mensile e -2,7% sui dodici mesi.

Le tensioni internazionali provocate dalle complicate trattative commerciali tra Stati Uniti e Cina, l’incertezza sulla Brexit contribuiscono ad indebolire il ciclo economico. Non a caso la Bce guidata da Mario Draghi ha annunciato che manterrà fermi i tassi di interesse almeno fino a giugno dell’anno prossimo e molti economisti ritengono che anche la Federal Reserve abbandonerà rapidamente il percorso di progressiva risalita del costo del denaro.

Anche il dettaglio delle componenti della produzione industriale mostra un andamento uniforme nel vecchio continente. I beni strumentali registrano una flessione del 2%, i beni intermedi dello 0,9% e i beni durevoli dello 0,7%. Soltanto l’energia in controtendenza con un aumento dello 0,9%.

Soltanto 11 Paesi su 28 evidenziano ad aprile un aumento dell’indice della produzione industriale. E le migliori performance arrivano da economie di dimensioni modeste: l’Irlanda registra un incremento del 3,6%, Portogallo +2,9%, Finlandia +2,2% e Lussemburgo +2,1%.