CNA, e le altre associazioni dell’autotrasporto merci riunite in Unatras, chiede l’intervento del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, per evitare che a Milano vengano penalizzati i mezzi pesanti.

Il Comune di Milano infatti ha istituito, a partire dal 1° ottobre nella fascia oraria 07.30 – 19.30, il divieto di accesso e circolazione dinamica nella zona cosiddetta “Area B” per i veicoli di categorie M2 e M3 ed N2 e N3. Tali veicoli potranno accedere solo se dotati di sistemi avanzati capaci di rilevare la presenza di pedoni e ciclisti in prossimità degli “angoli ciechi”.

Questo provvedimento, oltre ad anticipare quanto previsto dalla normativa europea in materia (Regolamento UE 2019/2144), ne estende l’applicazione anche ai veicoli già in circolazione. Unatras, pur condividendo l’obiettivo del Comune di migliorare la sicurezza stradale in ambito cittadino, stigmatizza questo approccio unilaterale che criminalizza i mezzi pesanti, perché la sicurezza non si garantisce con approcci vessatori senza prevedere obblighi nei confronti degli “utenti deboli della strada”, pedoni e ciclisti, i cui comportamenti possono essere alla base degli incidenti. È per questo che Unatras chiede l’intervento del ministro Salvini per evitare penalizzazioni contro i mezzi pesanti e, soprattutto, si faccia chiarezza rispetto a decisioni unilaterali e disomogenee che le varie amministrazioni locali potrebbero attuare generando caos tra migliaia di operatori del settore.

Il provvedimento del Comune di Milano, infatti, non tiene conto dei dati del ministero dell’Interno, dai quali risulta invece un calo della percentuale di incidenti in cui sono coinvolti i veicoli commerciali anche grazie all’attenzione che la categoria riserva alla sicurezza di tutti gli utenti della strada. Quello della sicurezza stradale, in particolare in ambito urbano, è un tema di stretta attualità che non si può pensare di risolvere con la sola “politica dei divieti”. È necessario affrontare il problema nella sua complessità, considerando l’incremento del traffico commerciale verso le città, i problemi legati alle consegne dell’“ultimo miglio”, la conformazione dei centri urbani e la necessità di infrastrutture adeguate, le esigenze delle diverse tipologie di “utenti della strada”. Il provvedimento del Comune di Milano, che impatta in maniera significativa su una categoria come quella dell’autotrasporto già provata dal forte aumento dei costi di esercizio degli ultimi mesi, è stato adottato senza un confronto preliminare con le associazioni di rappresentanza. Sottolineiamo inoltre i tempi strettissimi che le imprese hanno a disposizione per adeguarsi, (la delibera è datata 11 Luglio, gli obblighi decorrono dal 1° ottobre) e la confusione generata fra gli operatori (installatori e imprese) per la mancanza di informazioni sulle specifiche tecniche dei dispositivi (solamente questa settimana sono stati pubblicate le certificazioni richieste).

Per ammissione dello stesso Comune di Milano, peraltro, in Italia non esiste una normativa di riferimento sui sensori degli angoli ciechi. In materia di equipaggiamento dei veicoli a motore destinati al trasporto di persone e al trasporto merci e alla sicurezza della loro circolazione in strada, il nostro Codice della Strada non fa ancora alcun riferimento ai dispositivi di rilevamento e di segnalazione degli angoli ciechi. Per questo Unatras ritiene ancor più incomprensibile che un Comune possa stabilire obblighi in materia di dotazioni dei veicoli, diversi da quanto previsto dal Codice della strada e dalla normativa nazionale.