Le nostre imprese di dimensione piccola o piccolissima continuano ad essere le più tartassate nel panorama europeo. Pesano sia l’alto prezzo finale dell’energia che il prelievo fiscale

Il prezzo della bolletta elettrica pagato dalle imprese italiane continua ad essere tra i più alti in Europa, sebbene tra il 2016 e il 2017 esso sia diminuito in maniera significativa. Il divario tra l’Italia e la media europea rimane infatti ancora ampio e supera i 27 punti percentuali, con differenziali che vanno dal +11,8% per le imprese di grandi dimensioni (classe di consumo 70.000-150.000 MWh annui) al +44,2% per le imprese che operano nella fascia di consumo immediatamente più bassa (classe di consumo compresa tra i 20.000-70.000 MWh).

Le imprese italiane sono svantaggiate rispetto a quelle europee non solo per l’alto prezzo finale ma, più in generale, per una bolletta mal strutturata. Oltre a dover sostenere un costo della componente “energia” molto elevato, le imprese italiane sopportano un prelievo fiscale che è tra i più alti d’Europa.

Nel sistema produttivo nazionale, le micro e piccole imprese sono sicuramente le più penalizzate: oltre a pagare un prezzo decisamente maggiore rispetto alle imprese europee aventi la stessa dimensione, sono fortemente svantaggiate anche rispetto alle imprese più strutturate e con maggiori consumi.

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