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“Dopo l’edizione di gennaio, la sensazione è quella di una edizione settembrina alquanto sottotono.” E’ l’analisi del presidente nazionale CNA Orafi, Arduino Zappaterra, sulla appena conclusa fiera del settore, VicenzaOro.

La kermesse vicentina del gioiello, terminata mercoledì 12 settembre, è il più grande salone europeo dedicato all’Oreficeria e alla Gioielleria, una iniziativa capace di promuovere l’incontro tra gli attori più autorevoli dei due settori. Il meglio della produzione Made in Italy dai principali distretti manifatturieri e le eccellenze internazionali che ogni anno presentano nuovi prodotti e anteprime di collezione. Anche CNA è stata della partita con 70 attività artigiane all’interno di collettive coordinate dal sistema.

Questa edizione si è conclusa con un +6% di visitatori totali, con il 50% di componente estera. Cresce il numero dei Paesi di provenienza: 132 con numerose new entry. L’Unione europea rappresenta il 52% dei visitatori esteri di VicenzaOro, Asia e Medio Oriente il 17%, le Americhe l’11%, l’Africa il 4% e l’Oceania l’1%. Numeri importanti che coincidono con la situazione di crescita congiunturale per produzione e vendite del Made in Italy sia per fatturato (+10,2% nei primi sei mesi) che per export (9,3% nei primi cinque mesi) e fa del settore orafo-gioielliero il più performante nel sistema moda italiano, in crescita più della media del manifatturiero italiano nel suo complesso.
Numeri ricordati anche dal ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, nel suo messaggio di saluto per la cerimonia di apertura – avviatasi con il ricordo del presidente di Italian Exhibition Group, Lorenzo Cagnoni.

“Un ottimo presidente e soprattutto ottimo manager – ricorda Zappaterra- con una visione lungimirante. La stessa visione che ci vorrebbe oggi al mercato del gioiello. Certo, in questa edizione c’è stato un aumento di ingressi e sicuramente il volume di affari ha quasi raggiunto i livelli pre- covid, ma la stasi è dovuta a vari fattori che non esistevano nel periodo pre-pandemico, il primo, il più grande è quello della crisi dei consumi interni in Italia, l’altro, significativo problema è nella mancanza del ricambio generazionale. C’è bisogno di uno sprint.”

Uno sprint che il presidente Zappaterra individua in una maggiore apertura al Sud Italia, in primis con le realtà presenti a Caserta: “Investire nel Sud, fare sistema, vuol dire anche risolvere il problema della mancanza di risorse nel settore e dare un’opzione ai tanti disoccupati presenti nel Meridione. L’obiettivo è quello, inoltre, di promuovere tutte le sinergie che possano favorire la crescita dei produttori locali, soprattutto a livello culturale. L’impresa di territorio che inizia a mettere a sistema il proprio saper fare unico, portandolo nel futuro con innovazione, gestione sostenibile e approccio manageriale di nuova generazione, rafforza l’intero settore italiano, che può così presentarsi – conclude il presidente CNA Orafi – in modo unitario e riconoscibile sui mercati internazionali”.