Ai microfoni di Gr Parlamento, la presidente di CNA Agroalimentare, Francesca Petrini, traccia un quadro del settore olivicolo italiano, descrivendone i problemi e proponendo soluzioni per un comparto fondamentale per il mercato e la salute dell’intero Paese.

“È vero che il settore conta su 1,16 milioni di ettari di uliveti, che coinvolgono circa 620mila aziende agricole e 4319 frantoi. La produzione italiana si attesta generalmente su oltre 300mila tonnellate”, ha esordito.

“Purtroppo recentemente assistiamo a un andamento produttivo tendenzialmente in calo. C’è una ‘eccessiva’ variabilità che va anche oltre la normale ‘alternanza’.

Negli ultimi anni, in special modo, hanno influito negativamente sulla produzione dell’olio di oliva italiano anche le condizioni climatiche avverse. Ciò significa volatilità dei prezzi che agisce anche sulla redditività delle imprese: non è un caso che proprio quest’anno si sia registrato un alto numero di abbandoni di terreni e di uliveti”, ha proseguito.

“Per l’annata olearia 2023/24 non ci resta che dichiarare lo stato di emergenza del settore: non si parla più solo di ‘alternanza’: siamo di fronte a veri e propri tracolli produttivi”, ha sottolineato.

“Per questo occorre convocare un Tavolo urgente permanente per quanto riguarda il tema olivicolo e oleario, stabilendo collegialmente, di concerto con il Ministero, misure compensative fiscali e finanziarie ad hoc. L’accesso al credito è un problema. Bene lo stanziamento per la trasformazione – ha puntualizzato in conclusione Francesca Petrini – ma è necessario incentivare anche la messa a dimora di nuovi uliveti”.