Adesso ci dovrà essere per legge almeno il 20% di frutta

Via libera dell’Unione europea al provvedimento nazionale che innalza dal 12% al 20% il contenuto di succo d’arancia delle bevande analcoliche prodotte in Italia e vendute con il nome dell’arancia a succo o recanti denominazioni che si richiamano all’arancia. 

Il 6 marzo,  a seguito della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del 24 maggio della Comunicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri con cui si rende noto che si è perfezionata positivamente la procedura di notifica alla Commissione Europea dell’articolo 17 della legge n. 161 del 2014, Comunicazione del perfezionamento – Gazzetta Ufficiale,  è la data ufficiale dunque, poiché sono trascorsi i dodici mesi dal “perfezionamento con esito positivo della procedura di notifica alla Commissione Europea del provvedimento in materia di bevande a base di succhi di frutta”, come richiamato dal comunicato della Presidenza del Consiglio del 24/5/17.
Un risultato che gli agricoltori salutano come un trionfo, che va letto a più ampio spettro secondo CNA Agroalimentare, l’aumento della percentuale di arancia ne fa diminuire lo spreco, certo impone una disciplina diversa ai soli produttori italiani, per cui sarebbe auspicabile che l’Unione Europea adotti questo provvedimento a valere per i 27 paesi membri.

Ricordiamo che il campo delle bevande alla frutta  ha una disciplina per quanto riguarda le etichette che prevede:

  • bevande a base di succo (es. limonate e aranciate) con contenuto minimo di succo di frutta (prima del 12 e adesso del 20, appunto);
  • bevande al nettare di frutta (minimo 25%),
  • bevande al succo e polpa di frutta (minimo 50%);
  • succhi di frutta 100%, che però possono essere sia da frutti freschi che da concentrati.

L’innalzamento del contenuto di succo d’arancia modifica una norma del 1958 e mira, in primo luogo, a tutelare la salute dei consumatori adeguandosi ad un contesto programmatico europeo che tende a promuovere una alimentazione più sana ed a diffondere corretti stili alimentari. In tale ambito, alcuni studi hanno posto in evidenza che una bevanda con il 20% di succo di arancia aiuti a soddisfare il fabbisogno giornaliero di vitamina C raccomandato dalle diverse Accademie scientifiche e la sua assunzione veicola un variegato mix di sostanze fitochimiche che possono incidere positivamente sulle difese del sistema immunitario. Con la nuova norma si contribuisce, inoltre, ad offrire il giusto riconoscimento alle bevande di maggior qualità riducendo l’utilizzo di aromi artificiali e soprattutto di zucchero la cui elevata concentrazione potrebbe essere utilizzata per sopperire alla minore qualità dei prodotti.

Secondo la “Disciplina delle bevande analcoliche vendute con denominazioni di fantasia” c’era bisogno almeno del 12 per cento (era stata creata a tutela del consumatore italiano: in altri Paesi è possibile commercializzare bevande che nel nome la indicano pur non contenendone affatto).