“Verrebbe da pensare che al ministero dei Beni culturali non si rispettano le leggi dello Stato. Ponendo così una pesante ipoteca sul futuro dell’attività di restauratore. Una professione che invece meriterebbe la massima attenzione nel nostro Paese, depositario di un patrimonio artistico senza pari al mondo”. Lo afferma la presidente provinciale di CNA Artistico e Tradizionale, Antonella Borghi, che continua: “La CNA non può accettare che le norme approvate dal Parlamento siano stravolte da un provvedimento amministrativo che introduce un’impropria ed inaccettabile disparità di trattamento fra restauratori. Una scelta che fa venire meno, in aggiunta, il principio di concorrenza. Ma a chi giova questo provvedimento? Perché è stato emanato?”.

Il 21 luglio scorso, ai fini della partecipazione al concorso pubblico per funzionari restauratori, il ministero ha pubblicato l’elenco di quanti sarebbero in possesso della qualifica per parteciparvi: solo diplomati delle Scuole di alta formazione. Senza attendere la conclusione della selezione pubblica ancora in corso, che avrebbe dovuto concludersi il 31 luglio, e senza tenere conto degli altri titoli previsti nella Legge 7/2013, che stabilisce i necessari requisiti professionali, tra cui ad esempio la dimostrazione dei requisiti tramite l’attività lavorativa svolta sui Beni Culturali.

“Se penso al territorio reggiano – aggiunge la presidente CNA Artistico e Tradizionale – abbiamo numerosi professionisti del restauro, che da decenni lavorano con competenze assolutamente specialistiche non solo in ambito provinciale o regionale, ma spesso anche a livello nazionale ed internazionale. Ci sono tra le nostre aziende professionalità e competenze che il mondo c’invidia, che attendono da tempo il riconoscimento della qualifica di restauratore di beni culturali grazie all’esperienza lavorativa maturata sul campo, ma che evidentemente il Ministero dei Beni Culturali sembra ingiustamente snobbare”.

Ennesima conferma ai dubbi dell’Associazione sul fatto che sia stata pensata una corsia preferenziale per i diplomati presso le scuole di restauro statale, arriva anche dalla comunicazione del Ministero dell’ulteriore proroga dei lavori di analisi delle domande di qualifica dei restauratori al 30 Giugno 2017. Di fatto questo significa, oltre ad un’attesa estenuante per essere riconosciuti restauratori, passare in secondo piano per tutte le amministrazioni pubbliche e per le stazioni appaltanti private, che privilegeranno gli elenchi già pubblicati ad hoc e i neo laureati.

CNA ha pertanto deciso di fare ricorso al TAR – conclude Antonella Borghi – relativamente al Bando di concorso RIPAM MIBACT per funzionari restauratori, contro la pubblicazione dell’elenco di quanti hanno conseguito il diploma presso una scuola di restauro statale come elemento discriminante per partecipare, poiché, secondo la Legge 7/2013, quando si parla di qualifica di restauratore di beni culturali si deve far riferimento a tutti i soggetti che ne siano in possesso. Non esistono restauratori di serie A e di serie B”.