La beffa dei rifiuti sulle spalle degli imprenditori romani continua: sono oltre cento i ricorsi raccolti tra le piccole e medie imprese dalla Cna di Roma, che, dopo la risposta negativa dell’Ama, ha presentato ricorso in Commissione Tributaria dell’Agenzia delle Entrate. Con un elemento nuovo: le modifiche che il Campidoglio dovrà fare sul bilancio bocciato dall’Oref. Sarà questa la sede per riconsiderare la questione.

L’associazione ha infatti avviato una battaglia sullo spinoso tema dell’esclusione – non applicata- dalla TARI delle aree in cui si producono rifiuti speciali. In base alla legge nazionale, infatti, per queste aree il tributo TARI a carico dell’impresa dovrebbe essere pari a zero.

La passata giunta capitolina aveva approvato un regolamento in linea con questa previsione: ma il regolamento non è mai stato applicato. Ecco quanto è costato a un’impresa tipo la mancata applicazione: prendiamo una ditta individuale con laboratorio artigiano di 350 mq e negozio di 175 mq che dispone di macchinari, attrezzature, mobili e macchine d’ufficio e di un automezzo per il trasporto. Il costo non dovuto arriva a duemila euro. Oltre 400mila euro il valore di tutti i ricorsi, che riguardano diverse annualità. L’Ama aveva sessanta giorni per rispondere e per questo Cna di Roma aveva scritto al sindaco e agli assessori competenti affinché dessero indicazioni di conciliare e riconoscere alle imprese il contenuto del ricorso.

Ma la conciliazione non c’è stata e le pratiche passano alla Commissione Tributaria dell’Agenzia delle Entrate.

“In sede di discussione del bilancio l’amministrazione si stava impegnando per una soluzione provvisoria in attesa delle modifiche al regolamento. La bocciatura del bilancio, e quindi il rinvio a febbraio, permette di trovare una soluzione definitiva attraverso le modifiche del regolamento e della deliberazione sulla Tari. Ci auguriamo che l’amministrazione proceda in tal senso” così Erino Colombi, presidente della Cna di Roma.