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La rinascita del settore agroalimentare non può compiersi senza le microimprese, anzi occorre proprio ripartire dai piccoli. Non si tratta di scommettere su un’affermazione che di primo acchito sembra una provocazione perché semplicemente è già realtà. E’ infatti proprio la realtà quotidiana a mostrarci come in condizioni di stress, queste <molecole del capitalismo moderno> abbiano gli anticorpi per non ammalarsi e per resistere alle sfide. Da sempre interpreti della tradizione più autentica, portatori sani di eccellenze Made in Italy, innovatori per antonomasia, oggi hanno anche dimostrato il significato della resilienza quale valore per la sopravvivenza di sé e delle comunità, restituendo strategicità a <supply chain> corte che riducono l’insicurezza alimentare e favoriscono un approccio <one health>. Con i prodotti offerti, rientrano anche tra le fonti di approvvigionamento preferite dal <new consumer>, sempre più motivato da scelte d’acquisto basate su valori etici ed ambientali.” Con queste parole Francesca Petrini, presidente CNA Agroalimentare, ha aperto il suo intervento al Glocal Economic Forum esg89, nel panel dedicato al mondo agroalimentare e alle filiere collegate.

L’evento che si sta svolgendo in questi giorni a Roma vuole essere un momento in cui associazioni, sindacati ed esperti si confrontano per disegnare le traiettorie della rinascita economica italiana: in quattro gruppi di discussione vengono approfonditi temi legati alla sostenibilità energetica e dei materiali e al valore straordinario dei territori.

Intervenuta alla presenza del ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Stefano Patuanelli, di Pina Picerno, europarlamentare membro della Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale, e di altre autorità del settore, la presidente Petrini ha sottolineato come il settore dell’agroalimentare abbia registrato buone performance nonostante non si sia ancora fuori dalla emergenza.  “I dati da soli parlano chiaro – ha continuato –  il settore agroalimentare nel suo complesso, tra agricoltura, trasformazione e commercio nelle varie forme, rappresenta un buon 15% del Pil raggiungendo l’importante traguardo degli oltre 500miliardi di euro di fatturato.  Se poi pensiamo che il 75% del sistema imprenditoriale italiano è formato da Pmi dove il 90% è costituito da microimprese, la soddisfazione è ancora maggiore dato che queste sono, non solo le imprese che rappresentiamo, ma soprattutto l’ossatura portante di questo Paese.”

Francesca Petrini ha concluso parlando delle nuove sfide che aspettano le Pmi del settore agroalimentare: “Si chiamano ambiente, forme di agricoltura sostenibili come quella biologica e rigenerativa, benessere animale, protezione degli ecosistemi, nuovi profili nutrizionali, aspetto salutistico degli alimenti, etichettatura nutrizionale (convinti sostenitori del nutrinformbattery contro il nutriscore), nuovi modelli alimentari, di consumo, spreco alimentare e pratiche sleali, solo per citarne alcune. Siamo al fianco delle imprese e, con loro, siamo già in pista per portare la nostra visione che è visione circolare, d’insieme, ecosistemica, ben consci del concetto di giustizia intergenerazionale che ci obbliga a ripensare al modello economico attuale. Il sistema economico infatti non può crescere all’infinito in un sistema ecologico finito e – ha concluso – già molto compromesso.”