Per il terzo anno consecutivo nei primi nove mesi è costantemente e pesantemente diminuito il numero di nuove imprese artigiane. Una impresa che non nasce non fa notizia. Semplicemente non se ne parla. Purtroppo però la notizia c’è ed è bruttissima. Se si riduce il flusso di nuove imprese artigiane sono guai seri per tutti a cominciare dal Made in Italy la cui energia inevitabilmente rischia di indebolirsi nel prossimo futuro.

L’artigianato  da sempre ha rappresentato la “palestra” per generazioni di imprenditori.

Nel 2000 hanno chiuso 16.697 imprese ma, contemporaneamente, ne sono state aperte 24.628, per un saldo positivo di quasi 8mila imprese.  Sul totale delle nuove imprese di ogni dimensione e settore, una su tre era artigiana.

Le nuove imprese artigiane nate nei primi nove mesi del 2014 sono appena 17.835, il dato più basso degli ultimi quindici anni. Il sistema produttivo italiano sta perdendo il suo tratto fondativo.  Le imprese artigiane sul totale delle nuove nate oggi si sono ridotte al 25%, solo una su quattro.

Quando va male l’artigianato, e oggi va veramente molto male, va molto male anche l’Italia.

Albert Einstein aveva individuato nella salute delle api l’indicatore del benessere dell’umanità: “No more bees, no more pollination, no more plants, no more animals, no more life”.

Non vogliamo nemmeno lontanamente pensare che un’Italia senza artigiani potrebbe assomigliare a un mondo senza le api.  Ma chiediamo al governo, alle istituzioni, al sistema bancario di fare in fretta per aiutare, proteggere e valorizzare questo grandissimo patrimonio del Paese.

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