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In occasione della Festa della Donna, CNA del Trentino, insieme a CNA Impresa Donna Trentino Alto Adige, presenta il progetto “Nulla ci appartiene se non il tempo – Successione generazionale d’impresa”, che punta ad agevolare il subentro di imprenditrici in aziende prossime alla successione. “Per il quarto anno consecutivo  – afferma Andrea Benoni, presidente della CNA del Trentino – mettiamo in atto azioni concrete nei confronti delle donne imprenditrici e cogliamo l’occasione della Festa della Donna per illustrare l’iniziativa”.

Partner del progetto, approvato nel contesto del Bando pari Opportunità della Provincia di Trento,  sono: CAT CNA del Trentino, Associazione di Promozione Social DXD, Fondazione Famiglia Materna, FM Impresa Sociale, i Comuni di San Michele all’Adige, Calliano, Brentonico e Lavis, la Comunità della Vallagarina.

Il progetto parte dalla constatazione che non invecchia solo la popolazione ma anche gli imprenditori, e con loro la dirigenza del sistema produttivo italiano. I fautori del boom economico del Nord-Est degli anni ‘80 sono alle soglie della pensione. Centinaia di migliaia di piccole e medie aziende industriali e artigiane rischiano di chiudere per raggiunti limiti d’età del titolare. Si stima che degli imprenditori iscritti ai registri delle Camere di Commercio, il 43% supera i 60 anni. Anche in Trentino il numero di imprese che nei prossimi 10 anni dovranno affrontare il problema risulta essere attorno al 40% del totale e solo il 68% degli imprenditori dichiara la possibilità di lasciare l’azienda ad un familiare. A ciò si aggiunge che solo il 20% delle imprese arriva alla terza generazione. Il 10% dei fallimenti annui deriva dalla mancata pianificazione e gestione del passaggio generazionale, per il 30% delle aziende il ricambio generazionale coincide con la fine della realtà aziendale.

“Tenendo conto che oltre il 95% delle aziende ha meno di dieci addetti ed è quasi totalmente (93%) a conduzione familiare – spiega il presidente Benoni –  nei prossimi anni oltre un milione di posti di lavoro in Italia potrebbero essere persi per il mancato ricambio generazionale. Il tessuto di piccole e micro imprese non ha solo un valore economico, ma anche un valore sociale per il territorio. In Trentino il sistema diffuso di produzione garantisce la sopravvivenza sociale ed economica dei piccoli comuni di montagna, lontani dai grandi insediamenti produttivi”.

“Negli ultimi anni – argomenta Maria Rosaria D’Agostino – referente di CNA Impresa Donna Trentino Alto Adige e membro della direzione nazionale – si riscontra un aumento dell’imprenditoria femminile, frutto di una difficoltà a trovare occupazione nei settori tradizionali, ma anche di una maggiore voglia delle donne di mettersi in gioco e di assumersi rischi manageriali ed imprenditoriali. Inoltre il livello di scolarizzazione delle donne ha superato quello degli uomini e sta crescendo anche nei settori tecnici, oltre che in quelli umanistici. C’è una maggior propensione delle donne nell’affrontare subentri in azienda, in alcuni settori il numero delle imprenditrici sta superando quello degli uomini, ad esempio nelle nuove imprese agricole e vitivinicole. Così come crescono le imprenditrici nel settore dell’edilizia, della meccanica e dei servizi. Vedere la possibilità del subentro in azienda di una imprenditrice può essere una risorsa per la società trentina nel suo complesso”.

Le azioni previste sono tre. La prima è un’indagine conoscitiva per mappare la problematica sul territorio, stimare le criticità e ricercare buone partiche in Italia e all’estero che possano essere declinate anche in Trentino. La seconda è un’indagine conoscitiva per comprendere quali fenomeni distanziano le giovani delle attività, quali sono gli ostacoli, interni ed esterni, che limitano la trasmissione generazionale come l’attaccamento all’impresa, la gestione accentrata, il timore di invecchiare, la cessione senza gradualità, la sottovalutazione del passaggio generazionale, l’idea che il primogenito debba essere sempre l’erede unico, eventuali pregiudizi nel cedere l’azienda ad una donna. La terza fase è una ricerca-azione di casi di PMI in comunità di valle e nelle aree cittadine, costruzione step-by-step di interventi di analisi/supporto alla successione d’impresa.

“Riteniamo – affermano Andrea Benoni e Maria Rosaria D’Agostino – che il progetto possa produrre prassi e metodiche che favoriscano l’occupazione femminile e la qualifichino, aumentando il numero di donne titolari di azienda o socie attive d’azienda. Questo potrà anche contrastare lo stereotipo di genere che vede la donna imprenditrice impegnata in settori tradizionali, quale i servizi alla persona, creando opportunità imprenditoriali per le donne anche in altri settori. I risultati ottenuti potranno incoraggiare a livello locale l’adozione di pratiche volte a contrastare l’impoverimento dell’attuale patrimonio imprenditoriale, portando una maggiore presenza della visione femminile di fare impresa e favorire l’occupazione femminile, specialmente giovanile. Le azioni concrete e le informazioni raccolte potranno ridurre le distanze intergenerazionali e di genere ed avvicinare il mondo dell’istruzione alle imprese trentine, si potranno inoltre individuare le specificità delle realtà di valle e delle realtà cittadine creando possibilità di incontro. Potranno essere proposte buone pratiche e potranno costituirsi servizi di supporto alla trasmissione d’impresa, producendo a cascata effetti sulle pratiche sociali e sulle decisioni di politica pubblica”.