La fine della crisi è ancora lontana, soprattutto nella provincia di Reggio Emilia. Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio regionale TrendER, realizzato da CNA Emilia Romagna e Federazione delle Banche di Credito Cooperativo che analizza le imprese in regione con meno di 20 dipendenti, Reggio Emilia è una delle tre province (insieme a Piacenza e Bologna che detiene il record negativo con -15,2%) con una perdita di fatturato a doppia cifra a fine 2014 (-14,1%), la sesta consecutiva. Calano in misura inferiore le componenti del fatturato nazionale (-7,8%) e in conto terzi (-4,1%).
Diminuiscono ancora, in misura ancora più accentuata che in precedenza, gli investimenti (-18,9%) e si ridimensionano ulteriormente le principali voci di spesa considerate, quelle per retribuzioni (-10,6%) e quelle per consumi (-13,8%). Continuano, invece, a crescere in linea tendenziale le spese per formazione (+2,9%).
Se nel complesso, in Regione le piccole imprese della Regione fanno emergere i primi dati positivi il calo del fatturato sta frenando, il fatturato estero è in forte crescita, diversi settori (alimentare, moda, costruzioni, servizi alla persona) hanno diminuito le perdite, a livello provinciale c’è un riacutizzarsi della crisi riguarda le costruzioni (la cui dinamica del fatturato passa da -2,2% del primo semestre 2014 a -19,9% nel secondo), il manifatturiero (-14,8%) e il terziario (- 2,2%).
Tra le manifatture, continuano a perdere fatturato meccanica (-16,9%), il legno-mobile (-13,4%) mentre il sistema moda interrompe la serie negativa (cinque semestri) con una crescita non irrilevante (+8,4%). Nel terziario, sono in perdita solo le riparazioni veicoli (-11,7%), riprendono a crescere i servizi a persone e famiglie (+0,5%) e cresce ancora – seppure a minor ritmo che in precedenza – il fatturato dei trasporti (+1,2%).
“Dai dati dell’ultima analisi TrendEr – ha commentato Fabio Bezzi, Direttore generale CNA Reggio Emilia – emerge un quadro generale ancora molto sconfortante per le imprese del nostro territorio. Come sosteniamo ormai da tempo, la crisi del settore edile non può essere superata pensando di tornare al vecchio sistema pre crisi. E’ finito il tempo delle grandi costruzioni ed è arrivato quello delle riqualificazioni. La rigenerazione urbana e l’efficientamento energetico sono l’unica strada percorribile per ridare slancio a un settore che più di altri sta soffrendo e che nel passato ha contribuito in modo determinante a creare ricchezza e benessere nella nostra comunità”.
Altro dato interessante riguarda la performance della componente per conto terzi (- 4,1%) che indica da un lato che le relazioni di committenza hanno perso un ruolo trainante, dall’altro che il conto proprio costituisce ormai una risposta più efficace per combattere la crisi di domanda.
“E’ un errore – conclude il Direttore Bezzi – pensare che la ripresa possa arrivare spontaneamente. C’è ancora molto lavoro da fare per CNA a fianco delle sue imprese, occorre che la politica e le Amministrazioni agiscano per sostenere l’imprenditoria: agevolando l’accesso al credito, semplificando la burocrazia, favorendo l’innovazione delle piccole imprese, regolando un mercato degli appalti che non penalizzi i piccoli”.