Governo, lavoro

“Apprezziamo la volontà e l’impegno del Governo a ridurre il carico fiscale, sia intervenendo sul cuneo a beneficio dei lavoratori e sia riducendo gli oneri a carico delle imprese così da favorire la competitività e gli investimenti”. E’ quanto ha sottolineato il presidente nazionale della CNA, Daniele Vaccarino, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con il presidente del consiglio Giuseppe Conte, il vice premier Luigi Di Maio e il ministro dell’Economia Giovanni Tria dedicato ai temi del lavoro e delle politiche sociali in vista della legge di bilancio 2020.

Dopo fisco e Mezzogiorno al terzo appuntamento con il presidente del Consiglio, Rete Imprese Italia, di cui fa parte CNA, ha presentato un documento per delineare una strategia in quattro mosse sui tempi del lavoro e politiche sociali. In dettaglio valorizzazione della contrattazione collettiva sottoscritta dai soggetti comparativamente più rappresentativi, contrasto dei contratti pirata, impulso alla crescita ed alla produttività, riduzione del cuneo fiscale”.

Il documento ribadisce la contrarietà all’introduzione del salario minimo legale che “porterebbe con sé un’alterazione degli equilibri economici e negoziali raggiunti dalla contrattazione collettiva, minandone strutturalmente il ruolo che essa svolge tanto per l’individuazione di trattamenti economici congrui e coerenti quanto per l’organizzazione di tutele collettive e di sistemi di welfare integrativi”, si legge nel documento di Rete Imprese Italia predisposto per l’incontro.“La riduzione del cuneo fiscale deve realizzarsi – si legge ancora nel documento dei rappresentanti dell’artigianato, del terziario di mercato, delle PMI e dell’impresa diffusa – attraverso un più generale processo di revisione delle aliquote IRPEF, nella prospettiva della flat tax”.Ribadita la necessità, dopo l’abrogazione dei voucher, di strumenti in grado di regolare efficacemente le prestazioni occasionali, Rete Imprese Italia segnala poi, in materia di contratti a termine, l’esigenza di abolire, rispetto all’impianto del “decreto dignità”, le causali od almeno di prevedere causali in sede di contrattazione collettiva, nonché di eliminare la previsione della maggiorazione aggiuntiva in caso di rinnovi di contratti a tempo determinato.