CNA, con numerose altre associazioni e istituzioni, ha inviato al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, una lettera-appello per chiedere un urgente confronto e un intervento risolutivo sul tema della gestione dei residui derivanti dalla manutenzione di parchi e giardini. L’obiettivo è quello di scongiurare il rischio che tali residui possano essere considerati rifiuti e, dunque, non più valorizzabili come sottoprodotti all’interno di un processo di economia circolare, in particolare per la produzione di energia rinnovabile.
L’appello fa seguito alla recente risposta, fornita dagli uffici della Commissione europea a seguito di richiesta inoltrata dallo stesso ministero, che rischia di impedire l’utilizzo di sfalci e potature del verde per la produzione di energia, classificandoli come rifiuti, sempre e comunque.
L’effetto è dirompente per gli operatori della filiera bosco-legno-energia e non solo. Gli impianti energetici a fonti rinnovabili, infatti, non potrebbero più impiegare questi residui (perché non autorizzati alla gestione di rifiuti), con un effetto di rigidità sull’offerta del cippato, il legno ridotto a scaglie, e relativo aumento del suo prezzo. Anche per i Comuni l’effetto della misura è negativo visto che si registrerebbe un sovraccarico dei sistemi di gestione dei rifiuti e un aumento dei relativi costi, con ricadute perfino sulle tariffe per i cittadini.
Un’interpretazione restrittiva che, peraltro, non trova corrispondenza nella disciplina degli altri Stati. Le associazioni firmatarie si dichiarano disposte, sin da subito, a collaborare con gli uffici del ministero per la definizione di una norma che permetta l’uso a cascata del legno, la valorizzazione dei residui della manutenzione di parchi e giardini oltre che delle foreste, e che possa traghettare verso un modello di sviluppo basato sull’economia circolare, senza ambiguità e dubbi normativi che frenano il processo di transizione, di indipendenza energetica e di abbandono delle fonti fossili.