L’artigiano delle pipe dei Presidenti

“Presidente, cosa ne pensa delle pipe inglesi?”. “Sono ottime, ma le silane sono migliori”. Rispose così, con quella genuina sincerità che lo rese tanto amato, Sandro Pertini, durante un viaggio in Inghilterra, interpellato da un giornalista. Lo ricorda con una risata orgogliosa Vincenzo Grenci, perché le pipe silane, ovvero calabresi, citate dall’allora Presidente della Repubblica, erano quelle realizzate dal padre Domenico prima e da lui poi.

Famiglia di maestri artigiani formatisi in bottega, anzi per strada, come racconta Vincenzo, riavvolgendo la storia da film del padre. “Era un ebanista e intagliatore – ricorda – ed emigrò in America negli anni ’60, a Chicago. Ogni giorno si fermava di fronte a una vetrina che vendeva pipe, fino a quando il proprietario lo apostrofò chiedendogli il perché. ‘Le guardo perché io le so fare meglio’ rispose mio padre e così il negoziante gli commissionò una pipa. Doveva raffigurarlo sulla base di due fotografie. Ne realizzò una talmente bella che lo assunse subito e gli creò uno spazio dove la sera mio padre realizzava le sue creazioni praticamente in vetrina lungo la strada. La gente incuriosita si fermava e il suo lavoro cresceva”.

“Io e la mamma eravamo rimasti in Italia – continua Vincenzo – ed eravamo noi a selezionare il legno grezzo (le cosiddette bozze), da spedire a papà via nave. Ci volevano 15-30 giorni perché arrivasse a destinazione”.

Poi, quando Vincenzo aveva circa 17 anni il padre tornò, creò il marchio ‘Grenci Calabria Italia’, cercò invano di creare una cooperativa e si mise quindi in proprio, tornando annualmente negli Stati Uniti dove manteneva una buona clientela.

“Mio padre ha lavorato fino a pochi mesi prima della sua morte, a 78 anni, e ogni pipa che io realizzavo, nonostante lavorassi dai 17 anni – continua Vincenzo – doveva comunque passare dalle sue mani. Esattamente come per me oggi e le pipe che mio figlio Andrea realizza”.

Il marchio Grenci pare destinato a continuare, non solo grazie al figlio maschio di Vincenzo, ma anche alle tre figlie femmine, ancora giovani, ma tutte interessate a tramandare l’arte di famiglia.

Le pipe, come il cibo migliore, stagionano. “Oggi sto lavorando su bozze del 1998 – spiega Vincenzo – seleziono personalmente il legno, rigorosamente della nostra zona, lo taglio, procedo con la bollitura e poi lo lascio stagionare in un posto fresco a temperatura costante. Una pipa tagliata deve stagionare almeno dieci anni”.

Tutti pezzi unici, da sempre, come insegnava papà Domenico. “Le pipe più grosse erano per Enzo Bearzot, mentre Pertini, che a mio padre dava del tu, non le voleva troppo pesanti”. E poi quelle per Luciano Lama, lo storico segretario della Cgil e molti altri. “Perché non c’è grande fumatore che non abbia una Grenci”, più che delle pipe delle opere d’arte. Tanto che Vincenzo è stato il portabandiera degli artigiani calabresi ad Expo 2015.