I dati Unioncamere relativi alla nati-mortalità delle imprese confermano che nel corso del 2015 il quadro economico dell’Italia è migliorato. Oltre al PIL e all’occupazione, anche il numero complessivo di imprese è aumentato, segnando un tasso di crescita (+0,75%, +45.181 imprese) che è il più alto dal 2007. Purtroppo nell’artigianato le cose sono andate diversamente: a fine 2015 lo stock di imprese artigiane si è ridotto dell’1,4% rispetto al 2014 (-18.938 unità) attestandosi a un valore (1.361.014 unità) che è il più basso registrato negli anni Duemila. 

La diminuzione di imprese artigiane in un contesto di espansione dell’intero sistema imprenditoriale nazionale è spiegabile osservando che la ripresa in atto nel 2015 è stata poco omogenea a livello settoriale.

Considerando l’intero sistema imprenditoriale italiano, si nota infatti che la crescita complessiva è stata trainata dai settori dei servizi ma non da quelli dell’industria: nella manifattura e nelle costruzioni, infatti, il numero di cessazioni ha superato quello delle iscrizioni determinando variazioni negative pari rispettivamente a -0,7% e -0,4%. Tra i servizi spicca poi, in negativo, il dato delle imprese della logistica/trasporti terrestri (-1,1%).

Nell’artigianato, che è composto per il 68% circa proprio da imprese manifatturiere (23,4%), delle costruzioni (38,4%) e del trasporto terrestre (6,3%), le perdite sono state ben più profonde (-1,7% nella manifattura pari a -5.432 imprese, -2,3% nelle costruzioni pari a -12.590 imprese e -3,0% pari a-2.678 imprese nel trasporto terrestre). Questa circostanza evidenzia che la diminuzione complessiva dell’artigianato è stata determinata prevalentemente dalla concentrazione settoriale in pochi ambiti produttivi.

Nel corso del 2015 l’artigianato ha comunque fornito un importante contributo alla crescita di nuove attività imprenditoriali. Nel complesso, infatti, il tasso di iscrizione nell’artigianato è stato più elevato rispetto a quello riferito all’intero sistema imprenditoriale nazionale (+6,5% contro il +6,0%).

Il contributo dell’artigianato alla nuova imprenditorialità appare poi più evidente proprio nei settori ancora in difficoltà nel 2015: infatti i tassi di iscrizione delle imprese artigiane sono risultati sempre più alti di quelli delle altre imprese nella manifattura (+5,7% contro +3,0%), nelle costruzioni (+6,5% contro +4,3%) e nei trasporti (+3,6% contro +1,3%).

Inoltre anche nell’artigianato vi sono comparti nei quali nel 2015 il saldo tra imprese iscritte e cessate è stato positivo. Si tratta in prevalenza di settori dei servizi e in particolar modo le attività di supporto alle imprese (+429 imprese, +7,6%), i servizi di pulizia (+1.508 imprese, +3,7%), l’informatica (+173 imprese; +3,3), i servizi per la persona che includono i centri estetici, gli acconciatori e le lavanderie (+647 imprese pari a +0,5%), le altre attività di servizi (+261 imprese, +0,1%).

Tra i comparti della manifattura saldi positivi si registrano invece nell’industria alimentare (+299 imprese pari a +0,7%) e nella riparazione e manutenzione di macchinari (+545 imprese, +2,7%).